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Esof: Balcani, l'arte come strumento di coesione sociale

Il ruolo "diplomatico" che può assumere il patrimonio culturale

05 settembre, 14:38
(ANSA) - TRIESTE, 05 SET - Il ruolo che un collegamento tra patrimonio culturale e scienza può svolgere in una società multiculturale, come quella dei Balcani occidentali è stato l'argomento dibattuto oggi in occasione di un incontro, nel contesto di Esof 2020, sul ruolo che il patrimonio culturale potrà avere in futuro in relazione a diritto e politica.

"L'arte e la scienza - ha evidenziato nel suo intervento Francesca Fiorentini, ricercatrice dell'Università di Trieste - sono strumenti che le istituzioni europee stanno usando consapevolmente come tecnica di gestione delle relazioni internazionali, per raggiungere l'obiettivo di pacificare e far riconciliare quei Paesi presenti soprattutto in aree calde, dove i conflitti non sono ancora del tutto sopiti. Come appunto l'area dei Balcani occidentali".

Strumenti attraverso i quali, sempre per Fiorentini, "è possibile arrivare a obiettivi di politica internazionale che sarebbe ancora troppo presto raggiungere con quelli diretti della politica del diritto. Insomma, si anticipano gli effetti di un allargamento dell'Ue, che adesso è ancora prematuro".

Nello specifico, sulla questione degli annosi contrasti tra Serbia e Croazia, per la ricercatrice dell'ateneo triestino "tra le questioni bilaterali aperte tra questi due Paesi - tra l'altro è stato evidenziato il fatto che la Croazia è già membro Ue mentre la Serbia no - c'è quella relativa alla restituzione dei beni culturali immobili. L'Ue pretende che queste questioni vengano risolte e le restituzioni completate. Al momento, purtroppo, sembrano arenatesi".

Gli altri relatori, intervenuti da remoto, sono dell'area dei Balcani occidentali: Sloboda Midorovic, dell'Università di Novi Sad (Serbia) che ha relazionato sullo stato dell'armonizzazione giuridica del Paese balcanico con l'Ue, e Ivana Kunda, dell'Università di Rijeka, Croazia. (ANSA).

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