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Coronavirus: Serbia, positiva missione medici italiani

'Grande organizzazione, ottimo utilizzo risorse, preparazione'

12 agosto, 18:07
(ANSA) - BELGRADO, 12 AGO - E' stato ampiamente positivo il bilancio della missione effettuata finora in Serbia da una equipe di cinque medici e un infermiere italiani, giunti nel Paese balcanico dieci giorni fa per fornire supporto ai responsabili sanitari serbi, impegnati a fronteggiare l'emergenza covid. La missione è stata realizzata su iniziativa del Ministero degli esteri e con il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile. Il capo delegazione Jacopo Pallavicini, medico chirurgo in servizio alla Città della Salute e della Scienza di Torino, si è mostrato molto soddisfatto della missione, che ha consentito un proficuo scambio di esperienze e conoscenze nella cura dei malati e nel controllo dell'epidemia.

Parlando con i giornalisti, Pallavicini - per il quale si è trattato della prima visita a Belgrado e in Serbia - ha detto che il team medico italiano ha visitato vari ospedali e strutture sanitarie oltre che nella capitale serba, anche a Novi Sad, Nis e Kragujevac. Strutture, ha osservato, differenti tra loro, alcune più recenti e moderne, altre più datate o in ristrutturazione, "ma tutte perfettamente organizzate e preparate al meglio ad affrontare l'emergenza". Il chirurgo ha insistito sulle capacità organizzative e operative messe in mostra dagli ospedali e dalle strutture sanitarie visitate, sottolineando che è stato questo, insieme a un ottimo utilizzo delle risorse, l'aspetto che ha maggiormente colpito in positivo la delegazione italiana. "Tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie da noi visitate lo fanno al meglio e in modo ben organizzato, e gli ospedali sono ben riforniti", ha detto il chirurgo, che ha fatto al tempo stesso appello alla popolazione a collaborare con i medici rispettando le principali norme di prevenzione e sicurezza contro il virus. "Abbiamo notato un enorme sforzo organizzativo, un forte interesse per investire nel comparto sanitario e una grande cura nel pianificare il futuro", ha affermato Pallavicini, secondo il quale la parte serba ha manifestato grande interesse a continuare la collaborazione con l'Italia in campo sanitario. Apprezzamenti particolari nei confronti dell'esperienza italiana, ha aggiunto, hanno riguardato in particolare due punti - la ventilazione meccanica dei pazienti in terapia intensiva, e la tecnica di valutazione con ultrasuoni sul polmone dei pazienti più critici.

Pallavicini ha rilevato peraltro la grande disponibilità mostrata da medici e specialisti serbi, molto interessati al dialogo e allo scambio di idee, esperienze e conoscenze. Poco dopo il loro arrivo a Belgrado, i medici italiani erano stati ricevuti dal ministro della sanità serbo Zlatibor Loncar, e durante la loro permanenza hanno incontrato altri esponenti del comparto medico-sanitario locale. "Ci siamo trovati molto bene in Serbia, con gentilezza e ospitalità anche al di là delle nostre aspettative", ha osservato Pallavicini, auspicando che una missione analoga possa essere attuata in futuro anche da medici e specialisti serbi in Italia. Attualmente, ha precisato, missioni simili di equipe mediche italiane sono in corso anche in Albania e Azerbaigian. Del team medico italiano - che farà ritorno in Italia nei prossimi giorni - fanno parte, oltre a Pallavicini, Agostino Roasio (medico anestesista, Asti), Andrea Mariano (medico infettivologo, Lazzaro Spallanzani, Roma), Andrea Roncarati (medico anestesista, ASL Friuli Occidentale), Vito Procacci (medico urgentista, Policlinico di Bari), Alice Pollano (infermiera, Torino). (ANSA)
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