(ANSA) - SOFIA, 05 APR - (di Atanas Tsenov)
Poche certezze e molti punti interrogativi dopo le elezioni
parlamentari di oggi in Bulgaria. Come previsto, il partito
conservatore Gerb del premier uscente Boyko Borissov, stando
agli exit poll diffusi alla chiusura dei seggi, ha raccolto il
maggior numero di voti, il 25% , ma esce indebolito rispetto
alle elezioni del 2017 perdendo quasi l'8%. Effetto,
quest'ultimo, legato indubbiamente alle proteste di piazza
protrattesi per diversi mesi nel 2020 e nelle quali Borissov,
unitamente al procuratore generale Ivan Ghescev, è stato
accusato apertamente di favorire gli interessi degli oligarchi e
della mafia e non quelli dei cittadini, con il suo modo di
governare, con le nomine, con le tangenti e con le sue
complicità. Nel nuovo parlamento, uscito assai frammentato con
la presenza di sette diverse formazioni politiche, per Borissov
sarà sicuramente difficile, se non impossibile formare una
maggioranza e una coalizione solida di governo. Il voto di
protesta contro Gerb è sfociato nel grande successo del
neocostituito partito populista 'C'è un popolo come questo'
dello showman televisivo Slavi Trifonov, che, stando ai dati
finora disponibili, si pone come seconda forza politica con il
17,1% dei consensi. Il voto punitivo contro il governo si è
sparpagliato anche in diversi altri partitini che non hanno
tuttavia superato la soglia del 4% per entrare in parlamento. E
una autentica batosta ha subito da parte sua il partito
socialista Bsp, raccogliendo appena il 16,7% dei voti, risultato
che rappresenta un minimo storico per i socialisti. A uscire
rafforzato dal voto è in definitiva il presidente della
Bulgaria, Rumen Radev, grande avversario della linea politica
del premier Borissov, e che si era schierato a fianco dei
manifestanti antigovernativi nei mesi scorsi. Sarà molto
difficile formare un nuovo governo di coalizione a Sofia senza
una grande disponibilità al compromesso da parte delle forze
politiche. Una larga coalizione sul modello tedesco e del
governo di Angela Merkel è da escludere. Diversi analisti
prevedono una persistente instabilità politica che potrebbe
sfociare in nuove elezioni entro un anno, un anno e mezzo.
(ANSA).
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