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Ue: Cciaa Venezia Giulia, italiani europei come gli altri

Italia tra maggior contributori bilancio Bruxelles

21 maggio, 16:03
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAG - Ospitiamo un intervento di Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia.

"Cosa abbiamo fatto di così tremendo per essere trattati con tanto sospetto da molti Paesi europei? L'Italia è pronta ad aprire le proprie frontiere per ritornare a una normalità di flussi di persone e merci, ma in tanti non tengono in considerazione la possibilità di fare lo stesso con i cittadini italiani.

Certo, siamo stati nelle passate settimane uno dei Paesi più segnati - e non per colpa nostra - dall'epidemia da Coronavirus, ma abbiamo dimostrato coerenza nelle scelte e tanti Paesi hanno seguito le nostre procedure, proprio perché l'Italia è stata colpita per prima in Europa ma ha adottato provvedimenti validi ed efficaci.

Dell'Unione Europea siamo uno dei Paesi fondatori e tra quelli che contribuiscono maggiormente al sostentamento della Ue stessa, nel 2018, ad esempio, con ben 15,215 miliardi di euro, proprio perché il contributo viene calcolato in maniera equa in base alle possibilità di ogni Nazione. E va da sé che un grande Paese in una emergenza come quella pandemica ancora in corso, sia stato costretto ad affrontare spese sanitarie e subire danni economici superiori a realtà di minori dimensioni. Lascia quindi perplessi vedere come vi sia una chiusura ad aiuti con contributi a fondo perduto dall'Ue sostenuta in particolare da Paesi come la Svezia (nel 2018 ha contribuito con 3,303 miliardi), dai Paesi Bassi (nel 2018 hanno versato 4,845 miliardi di euro) e, con un certo stupore sulla particolare rigidità di questi giorni, dall'Austria che nel 2018 ha versato 3,277 miliardi nelle casse di Bruxelles.

Guardando queste cifre e ripensando alla solidarietà che dovrebbe contraddistinguere l'Unione Europea, sorge spontaneo chiedersi perchè l'Italia che ha iniettato annualmente cospicui finanziamenti nelle finanze europee, in una situazione drammatica com'è stata ed è l'emergenza da Covid-19, debba essere considerata un Paese al quale non destinare contributi ma soltanto mutui per compensare le spese sostenute per salvare la vita dei propri cittadini che, non dimentichiamoci, sono anche cittadini europei? In Italia sono decine di migliaia le persone decedute e decine di migliaia le aziende che non apriranno più. A nessun Paese d'Europa è capitata una tragedia di questa portata e ora che è necessario un aiuto, siamo guardati con diffidenza, o considerati degli untori da tenere al di fuori dei propri confini.

Questo scenario tutt'altro che solidale ci deve spingere alla consapevolezza che solo noi italiani possiamo essere in grado di aiutare il nostro Paese ad uscire dalla difficoltà. E' necessario ora più che mai acquistare le produzioni italiane pensando di riportare in Italia le fabbriche, anche alla luce dei recenti dati Istat che dimostrano che la delocalizzazione all'estero non è più indispensabile. E ancora compriamo nei nostri negozi e non su siti di commercio elettronico di multinazionali straniere con sedi in paradisi fiscali che non versano nulla nelle casse del nostro Paese, viaggiamo in Italia diventando ognuno di noi un ingranaggio della riaccensione del motore della locomotiva economica italiana, ritrovando e coltivando il nostro orgoglio italiano. Il nostro futuro dipende da tutti noi, solo spendendo e investendo nel nostro Paese genereremo le entrate che lo Stato e le Regioni destineranno alla sanità pubblica, che ha pagato in prima linea con molte vite l' impegno sul campo per salvare il futuro dell'Italia".

(ANSA).

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