L'attesa per le elezioni
amministrative di oggi in Serbia si concentra in larga parte su
Belgrado, capitale economica e politica del Paese più grande e
più importante fra quelli dei Balcani occidentali che aspirano a
integrarsi nella Ue. A Belgrado si era già votato lo scorso 17
dicembre unitamente alle parlamentari anticipate e alle comunali
in altri 64 Comuni. Una consultazione quella di sei mesi fa
segnata dalle proteste delle opposizioni per presunti brogli e
irregolarità, con manifestazioni popolari andate avanti per
settimane per contestare il largo successo del Partito del
progresso serbo (Sns), la formazione conservatrice che fa capo
al presidente nazionalpopulista Aleksandar Vucic. Ma mentre la
vittoria a livello nazionale era stata di ampio margine, a
Belgrado il distacco sulle opposizioni era risultato meno
vistoso, e pur avendo la maggioranza di seggi sufficiente per
formare una nuova giunta comunale, il partito di Vucic - in
difficoltà con la ricerca di alleanze - ha preferito andare a
nuove elezioni per ottenere una legittimazione più ampia e
confortevole nell'elettorato della capitale, mettendo con ciò a
tacere ogni sospetto ulteriore e accusa di brogli. E con quelle
nella capitale sono state abbinate le amministrative in altre 66
municipalità, comprese città importanti quali Novi Sad, Nis,
Sremska Mitrovica, Subotica, Valjevo, Jagodina, Uzice, Pancevo.
Zrenjanin. I sondaggi prevedono a Belgrado un chiaro successo
dell'Sns, dato ben al di sopra del 40% dei consensi, rispetto al
15%-16% di un paio di formazioni schierate all'opposizione.
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