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Montenegro: elezioni, Djukanovic mira a consolidare potere

Opposizioni fanno leva su crisi pandemia e proteste serbi

29 agosto, 15:07
(ANSA) - BELGRADO, 29 AGO - In Montenegro si è chiusa venerdì la campagna elettorale in vista delle parlamentari di domenica che vedono ancora favorito il Partito democratico dei socialisti (Dps) del presidente Milo Djukanovic, la forza di governo da anni maggioritaria nel Paese ex jugoslavo. Le opposizioni tuttavia, facendo leva sopratutto sulla crisi economica legata alla pandemia, che ha colpito sopratutto il turismo prima industria del Paese, e sul malcontento della popolazione di etnia serba (circa il 30% del totale) per via di una legge religiosa ritenuta discriminatoria della Chiesa ortodossa serba largamente diffusa nel Paese, sembrano essersi rafforzate e potrebbero insidiare per la prima volta il dominio di Djukanovic, al potere in Montenegro da quasi 30 anni.

Chiudendo la sua campagna elettorale - fortemente centrata sull'esaltazione dell'identità nazionale e contro l'espansionismo serbo - Djukanovic ha accusato le opposizioni e i circoli filoserbi di voler far tornare il Paese al passato.

"Prima hanno proposto che il Montenegro torni nella sfera dell'espansionismo della Serbia, poi hanno chiesto di abbandonare il cammino verso l'integrazione europea e di tornare sotto l'ombrello della Russia. E ora vogliono che a determinare il nostro futuro sia la Chiesa ortodossa serba con i suoi dogmi medioevali. Non credo a questa strada!", ha detto Djukanovic, che ha stigmatizzato ancora una volta il tentativo di 'serbizzare' il Montenegro.

Il piccolo Paese balcanico affacciato sull'Adriatico, e che conta circa 620 mila abitanti, è indipendente dal 2006 quando, con un referendum, si separò da una Unione con la Serbia. Milo Djukanovic (58 anni), politico esperto e carismatico, divenne per la prima volta premier nel 1991 a soli 29 anni, e da allora è rimasto ininterrottamente al potere ricoprendo per sei volte la carica di capo del governo e due volte quella di presidente.

Filo-occidentale e europeista convinto, si è guadagnato la fiducia popolare con successi innegabili - l'indipendenza nel 2006, l'avvio nel 2012 del negoziato di adesione alla Ue, l'ingresso nella Nato nel 2017 malgrado la forte opposizione di Mosca, riforme in nome della stabilità e del consolidamento economico. Ma i suoi rivali lo accusano di trasformismo politico e mire autocratiche, e di aver consolidato il suo potere facendo leva sulla corruzione, il nepotismo e il clientelismo.

Un ultimo sondaggio diffuso dall'Istituto Cedem pochi giorni fa dava il Dps di Djukanovic al 35,3%, una decina di punti avanti rispetto a 'Per il futuro del Montenegro', principale forza di opposizione che raggruppa vari partiti e movimenti compresi quelli di ispirazione filoserba, indicata al 24,7%.

L'altro schieramento di opposizione 'La pace è la nostra nazione' si attesta al 16,5%. Sono in lizza poi partiti minori in rappresentanza delle comunità albanese, bosniaca, croata. Con le parlamentari si terranno anche elezioni amministrative in alcuni importanti Comuni quali Budva, Kotor, Tivat. Gli elettori sono poco più di 540 mila, che andranno alle urne per il rinnovo del parlamento di 81 deputati. Severe le misure di prevenzione anti-covid dentro e fuori dei seggi. (ANSA).

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