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25 aprile: report studenti su ex campi concentramento Friuli

Foto per trasmettere le memorie nell'ambito progetto europeo

23 aprile, 19:58
(ANSA) - UDINE, 23 APR - Quasi alla vigilia della festa di Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista, cinque studenti e studentesse delle Università di Udine e Trieste hanno partecipato a una delle sessioni del Workshop internazionale su fotografia e memoria organizzato in quelli che furono i campi di concentramento di Gonars e Visco (Udine). In totale al laboratorio partecipano 35 persone da 6 Paesi: Italia, Croazia, Germania, Slovenia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina. L'iniziativa si svolge nell'ambito del progetto europeo MEME, Meeting memories di cui l'Università di Udine è partner italiano.

"Grazie alle sessioni di lavoro preparatorio condotte dai fotografi Sandra Vitaljić e Saša Kralj, i partecipanti - ha spiegato Natka Badurina, docente del dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società e referente del progetto MEME per l'Ateneo di Udine - hanno sperimentato sul campo il mezzo fotografico come strumento per la trasmissione della memoria".

Lo storico e ricercatore Ferruccio Tassin, che da decenni raccoglie testimonianze e dati sui due campi perseverando nell'importante divulgazione soprattutto tra i giovani e nelle scuole, ha accompagnato gli studenti tra i pochi resti visibili del campo di Gonars e ai cancelli di quello di Visco.

"Le fotografie scattate dai partecipanti al Workshop internazionale prodotte dalle visite organizzate dai dei Partner internazionali del progetto MEME nei campi di sterminio in Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Germania, Bosnia - ha affermato Elisa Copetti, incaricata esterna di insegnamento dell'ateneo friulano -, saranno selezionate dai curatori e presentate al pubblico lunedì 26 aprile sul sito di Documenta- Centre for Dealing with the Past", .

Il progetto "Meeting Memories: Learning from the Past to Confront Dehumanization Today" mira a ricordare ai cittadini europei la politica di disumanizzazione e del capro espiatorio negli anni '30 e '40 del secolo 20° e vuole generare una riflessione su modelli politici simili che si osservano oggi.

(ANSA).

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