La Corte costituzionale della
Bosnia-Erzegovina, accogliendo alcuni ricorsi, ha sospeso la
legge elettorale varata dalla Republika Srpska, l'entità a
maggioranza serba il cui leader Milorad Dodik è nell'occhio del
ciclone per le sue crescenti aspirazioni secessioniste. La legge
in questione è stata adottata dal parlamento serbo-bosniaco il
19 aprile scorso ed è entrata in vigore il 17 luglio. L'Alta
Corte ha ritenuto che sussistano fondati dubbi che tale
provvedimento possa violare l'ordine costituzionale e la
stabilità politica della Bosnia-Erzegovina, con possibili
conseguenze dannose e irreversibili. Contro tale legge
elettorale si è pronunciato a più riprese l'Alto rappresentante
internazionale in Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt, del quale
Dodik e l'intera dirigenza serbo-bosniaca non riconoscono la
legittimità. Lo stesso Dodik è sotto processo per il suo rifiuto
di rispettare decisioni e delibere dell'Alto rappresentante,
figura che ha il compito di vegliare sull'osservanza
dell'accordo di Dayton che nel 1995 pose fine alla guerra di
Bosnia.
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