(ANSA-AFP) - MOSCA, 11 FEB - Il contestato presidente
bielorusso Aleksandr Lukashenko, intervenendo in un'assemblea il
cui pubblico era composto per lo più da funzionari civili e
militari, è tornato a criticare le proteste di massa antiregime
definendole "una guerra-lampo" frutto di tensioni "create
artificialmente da forze esterne". Parole di particolare
risonanza in un Paese come la Bielorussia che ha subito
gravissime perdite durante l'invasione nazista. "La guerra-lampo
non ha avuto successo. Abbiamo mantenuto il nostro Paese", ha
affermato Lukashenko, che governa la Bielorussia col pugno di
ferro dal 1994. "Nonostante le tensioni nella società create
artificialmente da forze esterne, siamo sopravvissuti. Dobbiamo
resistere a tutti i costi e il 2021, quest'anno, sarà decisivo",
ha detto Lukashenko. Lukashenko ha ufficialmente vinto le
presidenziali dello scorso agosto con l'80% dei voti, ma questo
risultato appare a molti osservatori frutto di massicci brogli
elettorali e decine di migliaia di persone sono scese in piazza
in questi mesi chiedendo le dimissioni del capo dello Stato. Il
regime ha represso le proteste con ondate di arresti e a colpi
di manganello e la polizia è anche accusata di torture contro i
manifestanti. (ANSA-AFP).
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