(ANSA-AP) - (ANSA) - ROMA, 6 NOV - Si alza il sipario a Bonn,
in Germania, sulla Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul
clima, che più semplicemente si può chiamare Cop23 (cioè 23esima
Conferenza delle parti): il vertice delle promesse da mantenere,
quelle prese nella Cop21 a Parigi. Cosa che diventa un'urgenza,
e una necessità allo stesso tempo, come mette in evidenza un
Rapporto delle agenzie federali Usa in piena contrapposizione
con le posizioni dell'amministrazione americana: gli scienziati
parlano di come la Terra stia sperimentando il periodo più caldo
nella storia della civilizzazione e che la causa dominante
dell'aumento della temperatura è proprio l'uomo. La sede
'fisica' è quella della Convenzione quadro sui cambiamenti
climatici dell'Onu, la United nations framework convention on
climate change (Unfccc); ma l'anima del vertice è piantata nel
cuore dell'oceano Pacifico: la presidenza quest'anno è infatti
affidata alle Isole Fiji che, come le altre piccole isole, da
ogni appuntamento 'climatico' sperano di portare a casa una
soglia più alta di attenzione della comunità internazionale, con
la preoccupazione che l'innalzamento del livello del mare, a
causa del riscaldamento globale, non faccia affondare le loro
splendide spiagge. Questa Cop, che porterà sul palcoscenico
tedesco oltre 190 Paesi e andrà in scena fino al 17 novembre,
può allora esser proprio quella delle 'promesse' da mantenere,
per procedere senza intoppi lungo il percorso di attuazione
delle decisioni prese nel vertice 'climatico' di due anni fa
quando, nella Conferenza parigina, tra i punti fondanti venne
scelto di mantenere l'aumento della temperatura media globale al
di sotto dei 2 gradi (con l'impegno entro 1,5). Scienziati ed
esperti, politici (il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti
dovrebbe esser presente, come da tradizione, per i tre giorni
conclusivi) e diplomatici di alto livello, saranno concentrati
essenzialmente su due nodi. Da un lato la preparazione di un
testo negoziale, in forma di bozza, con le linee guida per
rendere operativo l'accordo di Parigi a partire dal 2020, uno
'zero draft' da approvare entro l'anno prossimo alla Cop24
prevista in Polonia; dall'altro c'è invece la costruzione di una
'road map' per la messa a punto del 'dialogo di facilitazione'
che, tradotto, non è altro che la valutazione dei progressi
compiuti e un primo avvio del processo di revisione degli
impegni assunti al 2030. Impegni di riduzione delle emissioni
che, però - come spiega Mauro Albrizio, responsabile
dell'ufficio europeo di Legambiente e osservatore dei negoziati
sul clima - sono "inadeguati a mantenere l'innalzamento della
temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi, tanto meno
entro gli 1,5. Si marcia pericolosamente oltre i 3 gradi, e
secondo il programma ambientale dell'Onu gli attuali impegni
consentono solo un terzo della riduzione necessaria delle
emissioni al 2030". Insomma gli sherpa avranno di fronte un
lavoro complicato: far valere la posizione dei singoli Paesi nei
diversi tavoli, dove nelle sessioni dedicate alla 'limatura' dei
testi anche soltanto la 'grammatica' assume un peso specifico
preponderante nello spostamento dei delicati equilibri in gioco.
Infatti dopo lo stress test dovuto all'uscita degli Usa, per
volontà del presidente Donald Trump, quegli equilibri sembrava
fossero diventati più fragili; ma l'accordo ha invece retto e
anzi sembra aver guadagnato slancio grazie al sostegno di Cina
(che si propone sempre più come capofila) e India, con il ruolo
fondamentale rivestito dall'Europa. E se di promesse si parla,
osserva Albrizio, bisogna ricordare che "il tempo rimasto per
agire non è molto. C'è bisogno di una rivoluzione climatica più
veloce e ambiziosa. A Bonn bisogna dare gambe alla visione di
Parigi. Proprio la presidenza delle Isole Fiji potrebbe
rappresentare una spinta: la prima Cop del Pacifico potrebbe
esser vista come una specie di incoraggiamento a tutti".(ANSA).
Il ministro tedesco dell'Ambiente, Barbara Hendricks, ha
detto che l'accordo di Parigi per combattere i cambiamenti
climatici è "irreversibile". Il ministro è intervenuto proprio
mentre i negoziatori si stavano riunendo per discutere di come
implementare l'intesa specificando: "Ora dobbiamo fare di tutto
per implementare l'accordo e non ci resta più molto tempo".
(ANSA-AP).
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