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L’orto della rinascita

A Jesi una cooperativa agricola, grazie al sostegno dell’8 per mille alla Chiesa cattolica, recupera antiche tecniche di coltura e dà una seconda possibilità a chi ha alle spalle una storia difficile

Lasciarsi alle spalle un passato difficile è possibile: è l’esperienza che da alcuni anni si vive a Jesi (Ancona), nella campagna marchigiana. La cooperativa agricola sociale “Orto del sorriso” dà una seconda chance a chi ha incontrato nella propria vita la droga, l’esperienza del carcere, o semplicemente l’improvvisa difficoltà ad arrivare a fine mese. L’Orto del Sorriso è uno degli oltre 8mila progetti sostenuti grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica.

Nei quindici ettari di terreno coltivato sono una sessantina le varietà di verdure che vengono raccolte, seguendo il ritmo delle stagioni. Una produzione a chilometri zero che in parte viene venduta e in parte data alle famiglie bisognose della zona, in una sorta di circolo virtuoso. Ogni settimana c’è un prodotto diverso, dalle fragole alle piantine aromatiche, dall’insalata ai limoni non trattati. E i clienti arrivano al vicino punto vendita con il passaparola e anche grazie al tam tam sui social.

CEI 2 citazione © Ansa

Ma al di là della qualità dei prodotti, il progetto, voluto dalla Caritas diocesana, punta a ‘recuperare’ non tanto i terreni abbandonati quanto le persone in difficoltà. Sono attualmente una ventina i giovani coinvolti a varo titolo nel progetto.

CEI 2 citazione

“Le persone che lavorano con noi sono persone come me, ognuno con il suo pezzo di vita cucito addosso. A chi viene qui io gli dico: c’è da lavorare, c’è da far fatica ma vedete che, facendo dei piccoli passi ogni giorno, ce la farete”, dice il presidente della cooperativa Matteo Donati. “Se non ci fosse stata la possibilità di accedere ai fondi 8xmille – confida il responsabile del progetto - sarebbe stato impossibile avviare da zero l’Orto che, ormai, si è affermato come un progetto di eccellenza tanto che siamo stati coinvolti dalle vicine diocesi di Ancona e Fabriano per avviare iniziative analoghe”.

Dei venti ragazzi che attualmente lavorano all’Orto del Sorriso, alcuni sono assunti, altri sono tirocinanti e altri ancora detenuti in semilibertà provenienti dalle vicine carceri di Barcaglione e Montacuto, inseriti in un programma di inclusione sociale. Come Brjan, 37enne colombiano, arrivato in Italia quando aveva 15 anni. Sapeva lavorare finemente il legno e questa è stata la sua occupazione per una decina d’anni. Ma poi le vicende della vita lo hanno portato a conoscere l’esperienza del carcere, dove è stato undici anni. Ora è contento di lavorare la terra e di poter mettere le basi per un futuro diverso.

Un altro socio lavoratore, Gianluca, ha invece alle spalle una storia di difficoltà economiche: “Si sono accumulati un po’ di debiti, poi la Caritas mi ha dato una mano. Certo, non si è risolto proprio tutto, ma è molto meglio di prima”, dice fiducioso.

CEI 2 citazione2 © Ansa

L’Orto del Sorriso è dunque un progetto di ‘ecologia integrale’, che punta a coniugare la tutela dell’uomo con quella dell’ambiente, proprio come indicato da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’.

CEI 2 citazione 2

Tecniche di coltivazione sostenibile e salvaguardia ambientale sono i pilastri del progetto. Sono coltivati solo ortaggi e frutta di stagione e si punta alla qualità dei prodotti. Per questo si seguono le antiche tecniche di coltivazione contadine, grazie all’aiuto di anziani esperti del territorio, e nessun agente chimico viene utilizzato; le migliaia di papaveri rossi nei campi sono la ‘testimonianza’ di questa produzione sostenibile.

Tra le finalità del progetto, sostenuto grazie alle firme degli italiani sulla dichiarazione dei redditi all’8xmille alla Chiesa cattolica, c’è infine anche la promozione di percorsi di educazione ambientale e laboratori didattici che coinvolgono le scuole, i gruppi scout, l’oratorio. L’Orto, prima della pandemia, accoglieva periodicamente bambini e ragazzi accompagnati da insegnanti ed educatori per vivere l’esperienza del contatto diretto con la natura. In questi mesi l’accoglienza di bambini e adolescenti è stata sospesa a causa del Covid ma la speranza è di tornare ad aprire quanto prima i cancelli della cooperativa agricola.

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