Auto in crisi? Per Quintegia è un falso, +44% in 10 anni
Ma cambia la geografia, se ne parla ad Automotive Dealer Day
21 maggio, 19:12ROMA - "Chi vede un ridimensionamento del 'vettore' auto si sbaglia. Mai come oggi infatti l'automobile è diffusa nel mondo con 83,5 milioni di pezzi (tra autoveicoli e veicoli commerciali) venduti nel 2013: il 44% in più rispetto a 10 anni fa". Lo ha detto oggi Gabriele Maramieri, direttore generale di Quintegia in apertura dell'Automotive Dealer Day, l'evento B2B leader in Europa per il settore della distribuzione automobilistica che si svolge a VeronaFiere dal 20 al 22 maggio.
"Se è vero che nei mercati maturi come quello europeo l'auto rallenta - con una perdita nell'ultimo decennio del 3,9% - allo stesso tempo si assiste a un boom delle Case nei paesi emergenti". Per il direttore generale della società italiana che studia le dinamiche della distribuzione auto, "Cina (+440%), Brasile (+169%) e Russia (+125%) hanno cambiato la geografia del mercato ma ciò non significa che da noi l'auto ha perso di importanza. È vero il contrario: in Italia come in Europa - dove la crisi ha morso più che in altre aree - si assiste oggi a un impulso nuovo, dettato dalla tecnologia e dalla mobilità condivisa. Oggi l'auto è un insieme di valori e servizi un tempo inimmaginabili e su queste leve deve puntare il settore: dal car sharing 'low cost' per i giovani all''auto crossmediale'".
La classifica del mercato mondiale dell'auto vede al primo posto la Cina, con 21,9 mln di immatricolazioni nel 2013, seguita da Usa (15,6 mln), Giappone (5,3 mln), Brasile, Germania, India, Russia e Regno Unito. L'Italia è dodicesima, con una perdita netta del 42,5% del mercato. Nel rapporto auto/abitanti, invece, primeggiano gli Stati Uniti, con 791 veicoli ogni 1000 abitanti (fonte OICA, 2012); seguono Canada con 624, Ue con 563 e Russia circa 300. Staccati Cina, Africa e India rispettivamente con 79, 42 e 18 veicoli ogni 1000 abitanti. L'Italia conta 690 auto (e veicoli commerciali) ogni 1000 abitanti, dato ben superiore alla media mondiale (170) e a quella europea (563).