Con una sentenza pubblicata
ieri il Tar del Molise ha accolto il ricorso presentato da
decine di imprese agricole molisane per l'annullamento del bando
del Piano di sviluppo rurale relativo a un intervento per il
sostegno alle zone con svantaggi naturali di montagna. Il
verdetto dei giudici amministrativi riguarda in particolare la
parte nella quale era previsto il divieto di cumulo con altre
misure simili.
Condividendo le tesi dei ricorrenti, tutti patrocinati
dall'avvocato Margherita Zezza, il Tar ha annullato quindi il
bando per l'anno 2024, e che era stato approvato con una
determina dirigenziale del 30 maggio scorso, limitatamente alla
parte in cui la Regione Molise ha escluso la compatibilità di
tale misura con altri interventi.
I giudici hanno quindi ordinato alla Regione di porre le
imprese agricole in una condizione tale da consentire loro la
presentazione delle domande di partecipazione al bando
impugnato. Il Tribunale ha, infatti, accertato che la questa
preclusione è in contrasto sia con quanto contenuto nel Psr e
sia con il principio del legittimo affidamento delle imprese che
avevano già presentato domanda di accesso alle altre misure
confidando nella cumulabilità delle stesse.
"Una decisione, quella del Tar - commenta l'avvocato Zezza -,
che ripristina la legalità dell'azione amministrativa della
Regione nell'assegnazione di contributi pubblici per milioni di
euro destinati all'agricoltura ed il corretto svolgimento delle
procedure di assegnazione, dando modo alle imprese agricole di
poter beneficiare di misure di sostegno già programmate dal
Piano di sviluppo rurale 2023-2027, le quali rispondono a
finalità del tutto eterogenee, di cui, oltretutto, le stesse
imprese molisane hanno beneficiato fino al 2023, avendone i
requisiti, in conformità al principio della loro cumulabilità,
affermato dallo strumento programmatorio approvato dal Consiglio
regionale e dalla stessa Giunta".
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