(ANSA) - TERMOLI, 16 GEN - Riceve in eredità un fabbricato a
Rio-Vivo a Termoli, ma poco dopo le viene notificato un
provvedimento di abbattimento da parte dell'Agenzia del Demanio
con sanzione di 600 mila euro da pagare per abusivismo.
Intraprende una battaglia durata vent'anni e oggi la spunta
davanti alla Corte di Cassazione. Protagonista della vicenda,
una termolese ritrovatasi con una cartella pesantissima del
Ministero delle Finanze e dell'Agenzia del Demanio, poiché il
fabbricato viene considerato insistente sul suolo demaniale. Una
sentenza di grande interesse per il territorio, visto che
analoghe azioni sono state avviate, con identici ordini di
abbattimento, restituzione di area e pagamento, a Termoli e a
Campomarino.
La donna, assistita dagli avvocati Vincenzo Iacovino e
Francesco Beer, intraprende una battaglia prima davanti al
Tribunale di Campobasso e poi in Corte d'Appello che confermano
la demolizione dell'opera e il pagamento dell'indennizzo per la
protratta occupazione del fondo per 600 mila euro. La termolese
non si arrende e promuove ricorso dinanzi alla Corte di
Cassazione che, oggi, accoglie la domanda, annullando la
decisione della corte di appello di Campobasso.
"La Suprema Corte nel cassare la sentenza ha rinviato la
decisione nel merito alla Corte di appello di Campobasso -
spiegano i legali - in diversa composizione, che dovrà ora
procedere all'accertamento della natura demaniale o meno dei
terreni oggetto di causa".
Grande la soddisfazione della termolese e degli avvocati
Iacovino e Beer che, dopo 20 anni, sono riusciti ad annullare le
"illegittime richieste del Ministero delle Finanze e
dell'Agenzia del Demanio. La decisione è di grande interesse
considerato che migliaia sono i cittadini che hanno ricevuto la
stessa azione, gli stessi ordini di abbattimento, di
restituzione di area e di pagamento" non solo a Termoli, ma
anche a Campomarino". (ANSA).
Abusivismo, 20 anni di battaglie legali, la spunta in Cassazione
Donna di Termoli ereditò immobile ritenuto su suolo demaniale
