A piedi da Assisi a Roma per
chiedere una "giusta retribuzione" per i giudici onorari. E' la
singolare forma di pacifica protesta che in questi giorni sta
portando avanti un giudice onorario di Isernia, Livio
Cancelliere, che vive e lavora a Parma. L'iniziativa si chiama
"Pellegrini per la giustizia".
Cancelliere, che già dallo scorso anno ha dato vita a
manifestazioni e ha fatto lo sciopero della fame per le stesse
motivazioni della protesta di oggi, è partito la scorsa
settimana dalla città di San Francesco e arriverà a Roma
dopodomani, 6 agosto, fermandosi davanti al ministero della
Giustizia.
"Ad aprile scorso - spiegano dalla delegazione molisana di
Assogot, l'associazione che riunisce i giudici onorari - è stata
nominata una Commissione che avrebbe dovuto fare una riforma del
settore, ma finora non ha portato a nulla. Adesso è stata
rinviata a fine anno anche l'entrata in vigore della legge
Orlando che prevede almeno una retribuzione fissa minima e
elimina il cottimo".
"C'è una sentenza da più di un anno: stabilisce che il
magistrato onorario italiano è a ogni effetto un lavoratore
dipendente - spiega lo stesso Cancelliere (che negli ultimi
giorni è stato affiancato nel suo cammino da un altro giudice
onorario molisano, Francesco Morigine di Isernia) - e che
l'incarico onorario non può giustificare la posizione di
precarietà e di privazione dei diritti fondamentali. Noi abbiamo
sin dall'inizio chiesto sempre e solo questo, mai abbiamo
chiesto una parificazione ed è giusto così visto che i
magistrati togati hanno sostenuto una normale procedura
concorsuale di reclutamento e noi un concorso solo per titoli.
Quindi nessuna parità - conclude -, ma la sentenza ribadisce la
parità di trattamento economico e il riconoscimento
previdenziale e assistenziale pari al magistrato di
professione".
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