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Marina militare: De Giorgi, bene Fremm ma flotta si riduce

Capo stato maggiore, senza correttivi perdiamo operativita'

29 giugno, 17:55
Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare Giuseppe De Giorgi (S) e l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono (D) Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare Giuseppe De Giorgi (S) e l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono (D)

(ANSA) - GENOVA, 28 GIU - La terza FREMM destinata alla marina militare e' finalmente in acqua. A guardarla scivolare via anche il Capo di stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi che in commissione Difesa della camera aveva lanciato l'allarme di una progressiva diminuzione dei mezzi navali a disposizione della forza armata.

Ammiraglio De Giorgi, cosa rappresenta per la Marina il varo di questa fregata? Le fregate della classe Fremm rappresentano un salto di qualita' generazionale per la nostra cantieristica navale e sono il piu' importante programma militare in ambito navale mai costituito tra partners Europei. Imbarcano sistemi all'avanguardia e si vanno ad inserire nel segmento delle unita' navali che sono essenziali per garantire la sorveglianza delle aree di interesse nazionale. Le Fremm costituiscono un modello di eccellenza, soprattutto per la presenza di vari sistemi di nuovo sviluppo. Con l'applicazione delle tecnologie piu' avanzate nel settore, questo tipo di navi rappresentano quanto di piu' avanzato offra oggi il mercato per questa classe di navi.

Quali compiti assolve oggi la Marina, stante la crisi che riduce continuamente mezzi e personale? La nostra economia di trasformazione e' condizionata dalla possibilita' d'importare liberamente e a costi competitivi l'energia e le materie prime di cui abbiamo bisogno, esportando poi i nostri prodotti. Il mare e' di gran lunga la via piu' economica per farlo. L'Italia scambia via mare il 54% delle merci ed importa il 75% del petrolio ed il 45% del gas necessario al nostro fabbisogno energetico. La Marina e' quindi costantemente presente non solo in Mediterraneo ma anche in Oceano Indiano, a protezione delle navi mercantili nazionali dagli attacchi dei pirati; le nostre navi incrociano costantemente le acque dello Stretto di Sicilia, per controllare i flussi migratori e per tutelare ed assistere i nostri pescherecci. Questi compiti, particolarmente usuranti perche' svolti senza soluzione di continuita', si sommano alla difesa del territorio con tutti gli altri svolti quotidianamente ed al servizio del paese. Fra questi con i mezzi a disposizione, svolgiamo la sorveglianza delle linee di traffico marittimo; salvaguardiamo le rotte di accesso ai porti. il nostro istituto idrografico, eccellenza nel campo scientifico, esegue con la tecnologia di cui e' riferimento nel Mediterraneo i rilievi idrografici e la prospezione dei fondali per garantire l'aggiornamento delle carte e della documentazione nautica; e poi; i fucilieri della Brigata San Marco svolgono attivita' di force protection a bordo dei mercantili nazionali e insieme agli Incursori del Comsubin garantiscono capacita' di proiezione dal mare e su terra partecipando alle missioni internazionali.

Ammiraglio, quale futuro per la Marina? Sono molto preoccupato: nello scorso decennio, sono state radiate 20 unita', sostituite da sole 10, mentre entro il 2025 ne verranno radiate altre 51, a fronte del previsto ingresso in linea di appena 11. Senza interventi correttivi, entro il 2025 la flotta si ridurra' dalle attuali 60 navi a sole 22, con una riduzione percentuale del 63%. In sintesi, entro il prossimo decennio la Marina perdera' la capacita' di operare con continuita' nella maggioranza delle missioni e di assolvere i compiti d'istituto. (ANSA).

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