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Porti: Spediporto, zona economica speciale per Genova

Proposta da assemblea spedizionieri per attrarre investimenti

06 aprile, 21:41
Porti: Spediporto, zona economica speciale per Genova Porti: Spediporto, zona economica speciale per Genova

(ANSA) - GENOVA, 6 APR - "Servono scelte importanti per i porti di Genova e Savona, guardando all'intero Nord Ovest, inclusa la Lombardia. Una di queste potrebbe riguardare la richiesta, per la portualità genovese, di una Zes, Zona economica speciale, che si estenda lungo l'intero perimetro portuale genovese e oltre, fino a ricomprendere i retroporti di Rivalta Scrivia, Alessandria e Piacenza". Alessandro Pitto, presidente di Spediporto, lancia la proposta in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione degli spedizionieri genovesi nella sala delle grida del Palazzo della Borsa: una sfida per ampliare l'offerta di porto e retroporto, per attrarre investimenti e insediamenti produttivi, grazie ad uno spazio dove dove manipolare e lavorare le merci, sulla scia di quanto avviene già in altri Paesi. "Le Zes non sono zone franche, cioè possono inglobarle ma non si limitano a questo, sono zone in cui, in accordo con il diritto comunitario, si possono avere agevolazioni non tanto e non solo fiscali, quanto amministrative e burocratiche anche relativamente allo sviluppo delle" spiega Pitto. E la proposta incassa subito anche l'ok del presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini: "Superato lo scoglio degli aiuti di Stato, direi che Genova è posizionata meglio di altri porti in Europa per ospitare una zona economica speciale". Per Spediporto, l'occasione dell'assemblea annuale, per cui è stato scelto il titolo #genovaportpride", è un momento per far sì che la città "ritrovi l'orgoglio del suo porto", per creare "un vero legame fra città e porto, lasciando da parte i conflitti" sottolinea Pitto. Qualche numero per capire: la filiera portuale genovese pesa per il 12,6% del valore aggiunto della Liguria e il 9,7% dell'occupazione. Su 17 milioni di operazioni doganali effettuate in Italia per un valore complessivo di 350 miliardi di euro di beni importati oltre 10 milioni di dichiarazioni vengono dalla Liguria che concorre da sola a incassare il 58,8% dei 14,9 miliardi di diritti doganali incassati dallo Stato. In un panorama nazionale e internazionale attraversato da profonde trasformazioni, gli spedizionieri sono convinti che la sfida per il futuro si giocherà "sul terreno dell'efficienza e della produttività" di uno scalo portuale. "E il valore aggiunto dello shipping non sarà più legato alla tratta marittima - spiega Pitto - ma dipenderà dalla qualità dei servizi che il territorio saprà dare alla merce, perché sarà qui che gli investimenti nel settore dello shipping cercheranno profitti".

Quindi digitalizzazione dei servizi, automatizzazione delle banchine, potenziamento dei collegamenti ferroviari e appunto la possibilità di attrarre anche investimenti e insediamenti produttivi grazie appunto alla Zes. (ANSA).

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