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Un incontro con Lilla Mariotti, la scrittrice del mare

Storie di pescatori, guardiani di fari, balenieri, antichi pirati

26 aprile, 00:45
Lilla Mariotti  sul terrazzino del faro di Capo Sandalo, Isola di San Pietro (Carloforte) Lilla Mariotti sul terrazzino del faro di Capo Sandalo, Isola di San Pietro (Carloforte)

di Cristina Re - (ANSA) - CAMOGLI (GENOVA),  25 APR - “Balenieri in crinolina”: Lilla Mariotti, scrittrice appassionata di mare, ha scovato questa immagine per definire le donne americane che, a partire dalla seconda metà dell’ottocento, accompagnavano i loro mariti, comandanti di navi baleniere, in viaggi lunghi anche quattro o cinque anni. Di queste donne Mariotti parla in uno dei suoi racconti. Ora sta lavorando ad un nuovo libro, la ricostruzione del naufragio della nave baleniera Essex, colpita da un enorme capodoglio nelle acque del Pacifico nel 1820, evento che ha ispirato Hermann Melville per il suo romanzo Moby Dick, di cui però la scrittrice non vuole ancora svelare molto. Delle donne sulle baleniere invece parla molto volentieri: “In una società quacchera come quella di New Bedford – racconta - nessuno avrebbe mai preso in considerazione l’idea che una di quelle benestanti signore potesse salire su una nave baleniera. Le navi erano sporche, sovraffollate da equipaggi di almeno una trentina di uomini di tutte le estrazioni sociali e tutte le razze. Il fatto che una signora per bene potesse vivere in una simile promiscuità era considerato impensabile, nonché scandaloso e sconveniente. Ma qualcuna si ribellò a questi pregiudizi. Mary-Ann Sherman si imbarcò con il marito Edqard sulla baleniera “Harrison”. La famiglia ne fu così sconvolta che dichiarò la congiunta defunta”.

La passione per il mare Lilla Mariotti, nata a Camogli, ce l’ha nel sangue. “Credo di aver incominciato a nuotare prima che a camminare” dice mentre guarda il blu sconfinato dalla finestra della sua casa luminosa nel borgo di pescatori sulla riviera genovese del levante. “E ho anche giocato nella prima squadra femminile di pallanuoto” aggiunge con orgoglio. Il lavoro, il matrimonio hanno fatto si che questa passione rimanesse nel cassetto. Ma negli ultimi anni, con la pensione, ha potuto finalmente dedicarvisi a tempo pieno. E così dal 2001 ha incominciato a scrivere e a pubblicare, al ritmo di un libro all’anno, e a ricevere premi e riconoscimenti. L’arrivo di internet per lei è stata “l’apertura sul mondo”. “L’ho installato subito – dice – e con l’aiuto di un ragazzo ho costruito il mio sito web: ilmondodeifari.com. Così hanno incominciato a cercarmi, università, case editrici”.

I suoi racconti parlano di pescatori, di guardiani di fari, balenieri, antichi pirati perchè, scrive nella prefazione ad un suo libro, “questi personaggi, anche se non possono essere ammirati per le loro birbonate, sono circondati da un’aurea che il tempo ha trasformato in un alone di avventura e romanticismo che perdura ancora oggi”. “Fari”, “Cacciatrici di Balene” , “Tristan Da Cunha” (l’isola a metà strada tra l’America Latina e l’Africa quasi inaccessibile agli stranieri dove vivono tutt’ora i discendenti di due naufraghi camogliesi), “Blackbeard, la vita e le avventure del famigerato pirata Barbanera”, sono solo alcuni dei titoli più famosi.

“I miei libri non sono romanzi, quasi tutti sono storie vere, documentate. Vado nei posti dove si sono svolti i fatti, parlo con le persone, consulto testi storici” sottolinea. Non smentisce questo suo metodo, l’opera a cui sta ora lavorando: “Dall’Università di Harward sono riuscita a farmi mandare la prima edizione delle memorie di uno dei sopravvissuti al naufragio della Essex e la Nantucket Historical Association mi ha fornito i dati per rintracciare il diario di un altro sopravvissuto”.

Lilla Mariotti lavora nella sua casa di Camogli dove tutto è un richiamo al mare: dai muri tappezzati di quadri raffiguranti barche e di attestati di riconoscimento per i suoi libri, ai mobili in stile marinaro, alle collezioni di conchiglie e di delfini dei materiali più svariati, fino ai boccali schierati su di una mensola in cucina e ai simboli marini impressi sui suoi bloc notes. Su tutto dominano le rappresentazioni di fari, un tema che appassiona da anni la scrittrice e al quale ha dedicato articoli, libri e conferenze. Collabora tra l’altro con la rivista americana Lighthouse Digest, è membro dell’American Light-house Foundation e collabora con la rivista The Keeper's Log dell’American Lighthouse Society di cui è socia onoraria. Per la Zecca dello Stato ha scritto un prezioso libro strenna sui fari “dalle origini alla formazione del Regno d’Italia”. Per lei ottenere un permesso dalla Marina Militare per accedere all’interno dei fari italiani chiusi al pubblico è un gioco da ragazzi. In Italia li conosce tutti, ma anche negli Stati Uniti ne ha visitati diversi. “Nel settembre dell’anno scorso – ricorda – ho portato una delegazione americana della Lighthouse Society in un tour per fari in Italia. Ho fatto tutte le pratiche necessarie con la Marina Militare e così, partendo dalla Lanterna di Genova, ho fatto scoprire loro i fari delle coste toscane, dell’isola d’Elba e della Sardegna”. Tale è la sua passione per i fari che della splendida vista dalla sua casa di Camogli dice : “sono anch’io una guardiana del faro, ma con una visuale a 180 gradi anziché a 360”.

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