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Ue: tassa porti; Duci, Ultima chiamata, no a Corte giustizia

Subito risposta, non chiedono di privatizzare gli scali

14 dicembre, 16:50

"L'Unione europea non ci sta dicendo che dobbiamo privatizzare i porti, ma che anche se sono pubblici le attività economiche devono essere tassate. Su questo punto l'Italia non è difendibile. E non pensiamo di portare la questione davanti alla Corte di Giustizia perché non vinceremmo". Gian Enzo Duci, ex presidente di Federagenti, spiega così il suo punto di vista sul dibattito in corso dopo l'ingiunzione dell'Europa che chiede all'Italia di abolire l'esenzione dall'imposta sulle imprese concessa ai porti per i profitti che ricavano da attività economiche, come le concessioni. "L'Italia deve rispondere in maniera coerente alla domanda che arriva dall'Europa e definire quale è l'attività economica delle Autorità di sistema portuali e quali sono i costi e ricavi relativi. E avere il regolamento nazionale sulle concessioni, che manca da quando è stata emanata la legge sui porti nel 1994, consentirebbe di avere un quadro più semplice - spiega Duci -. Perché identificherebbe quali sono le modalità con cui deve essere calcolato il canone di concessione e quindi le entrate, i ricavi e i costi in modo chiaro". E' vero che l'Ue ha usato "occhiali nordeuropei" per guardare la questione, cioè ha deciso di applicare in Italia un sistema nato per gli scali nordeuropei che sono spa. "Ma nel momento in cui ha stabilito che l'attività economica è il criterio, il fatto che le Adsp siano enti pubblici non è una giustificazione per la mancata tassazione" argomenta Duci. (ANSA).

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