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I porti italiani possono attrarre gli investitori globali

L'analisi dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

10 ottobre, 15:47
Porti italiani possono attrarre investitori globali Porti italiani possono attrarre investitori globali

 I porti italiani potrebbero ancora attrarre investitori internazionali nonostante il calo del commercio marittimo a causa della pandemia di COVID-19. E' quanto afferma un nuovo rapporto pubblicato ieri dall'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), un think tank italiano con sede a Milano.

"Il primo semestre dell'anno, quello caratterizzato dall'impatto del lockdown, ha visto il numero di merci in transito nei porti italiani contrarsi del 12% in termini di tonnellaggio", afferma il rapporto dell'ISPI.

"Questi dati sono in linea con la contrazione del traffico del settore marittimo a livello globale, derivante non solo dalla COVID-19 ma anche dalle crescenti tensioni commerciali internazionali, in particolare quelle tra Cina e Stati Uniti", aggiunge il rapporto.

Tuttavia, il rapporto ISPI prosegue affermando che operatori cinesi, olandesi, tedeschi e turchi stanno emergendo come possibili investitori nei porti italiani perché la posizione dell'Italia al centro del Mediterraneo la rende un hub per il traffico marittimo regionale e globale.

Gli analisti dell'ISPI spiegano che i porti italiani, per diventare più competitivi e attrarre investitori internazionali, devono aumentare la loro "intermodalità", un termine del settore che si riferisce alla connessione di un porto con le infrastrutture ferroviarie. Infatti a marzo 2019 l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che comprende il porto chiave di Trieste nell'Italia nord-orientale, ha annunciato di aver firmato un memorandum d'intesa con la China Communications Construction Company. Allora l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale in un comunicato affermava che il memorandum "ha formalizzato un accordo chiave sull'infrastruttura ferroviaria nella regione portuale del Mar Adriatico Orientale" e che l'intesa era "parte di un piano integrato per rafforzare il sistema di infrastruttura ferroviaria nell'area". (XINHUA)

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