"I numeri testimoniano un ulteriore balzo in avanti e oggi la nautica italiana è leader dal design degli scafi agli interni, nell'adattarsi alle nuove tecnologie. Se tutti i settori dell'economia italiana procedessero così sarei più tranquillo, ma purtroppo non è così". Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi dal palco dell'inaugurazione della 62/a edizione del Salone Nautico internazionale di Genova celebra con soddisfazione un settore che cresce a doppia cifra, ma non nasconde le preoccupazioni per la "tempesta perfetta" che dopo la pandemia mette insieme l'ascesa dei prezzi dell'energia e delle materie prime e le conseguenze della guerra in Ucraina. "Le nostre imprese hanno fatto la loro parte, tutto quello che potevamo - sottolinea -. Siamo forti, l'abbiamo dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, ma le imprese italiane non sono invincibili" avverte, ricordando l'allarme lanciato un anno fa con la richiesta di misure strutturali e assunzioni di responsabilità. "Al prossimo esecutivo presenteremo la richiesta di una serie di interventi", aggiunge.
La nautica italiana vive un periodo d'oro, ma non deve essere lasciata sola. "Vi siete accorti dell'assenza dell'economia del mare dal dibattito pubblico?" dice rivolto alla politica il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi. "Forse si pensa: sono bravi, sono i migliori, vanno a gonfie vele e quindi non hanno bisogno di nulla. Sbagliato. A questo Paese serve una politica industriale che valorizzi le eccellenze che investono in Italia e producono ricchezza e posti di lavoro. Non ci possono volere anni per norme che poi hanno bisogno di decreti, che necessitano a loro volta di circolari. La missione di Confindustria Nautica sarà pretendere due cose dal nuovo Parlamento: visioni e strumenti che tengano il passo". Il ministro Enrico Giovannini replica che il solo Mims ha varato 295 decreti attuativi in 18 mesi perché "non si possono aspettare anni per attuare le normative" e annuncia che "è pronto" il regolamento della nautica, atteso da tempo: deve solo ottenere il concerto delle altre amministrazioni coinvolte. E intanto ne approfitta per bocciare l'idea di un ministero del mare: "Non ci credo molto, anzi non ci credo per niente perché l'economia del mare va coniugata con l'economia della terra".
Il quadro è difficile, ma al Salone Nautico, che non si è mai fermato anche in tempi di pandemia, il settore arriva a gonfie vele, con un fatturato in crescita del 31,3%, a 6,1 miliardi (un dato che ricalca quelli degli anni d'oro del biennio 2007/2008), 3,3 miliardi di euro di barche esportate, il massimo storico, con gli Usa come primo mercato, e quasi 26.350 addetti diretti, in crescita del 10%. "Siamo il settore che in percentuale è cresciuto più di tutti" dice Cecchi. "E le cose continuano ad andare bene anche nel 2022, basta vedere le semestrali delle grandi aziende. I grandi cantieri hanno l'order book pieno per le prossime due o tre stagioni e i cantieri della piccola nautica vanno altrettanto bene" aggiunge Stefano Pagani Isnardi, responsabile ufficio studi di Confindustria Nautica. Non sarà un altro 30% di crescita, ma le previsioni sono di un aumento "ancora importante", anche se il contesto internazionale non aiuta.
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Confindustria Nautica / I Saloni Nautici