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In evidenza
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In collaborazione con Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Inaugurata l'Aula Magna dell'Area
Scientifico Didattica Paolo Volponi a seguito dei lavori di
rifacimento della pavimentazione e del restauro degli arredi. La
cerimonia oggi, nel giorno del genetliaco di Giancarlo De Carlo,
prima di una serie di iniziative che omaggeranno l'architetto e
la sua opera nel corso del 2025, anno del ventennale della
morte, è iniziata con il taglio del nastro e con la proiezione
del cortometraggio Bo/De Carlo. "Pensare una Città". Un Ateneo
nel segno del contemporaneo, titolo che dà anche il nome alla
mostra allestita nel Cortile di Palazzo Bonaventura.
"Questo - ha esordito il rettore Giorgio Calcagnini nel
saluto di apertura - è un atto politico. Carlo Bo aveva
richiesto un luogo da poter usare anche nelle manifestazioni
pubbliche della città, un luogo che rappresentasse il ruolo
dell'Università che, come una grande quercia ultracentenaria,
per radici e per anni, sostiene l'equilibrio di questo piccolo e
universale mondo. Il Magistero (oggi Area Scientifico Didattica
Paolo Volponi, ndr) doveva essere l'edificio maestro. De Carlo
concepì questo auditorium con un sistema acustico simile a
quello del teatro greco di Epidauro". "Bo e De Carlo - ha
proseguito il rettore evocando il rapporto di profonda intesa
tra i due - hanno segnato una strada che fa dialogare passato e
futuro".
"Ciò che lega lo zio a De Carlo nel modo più profondo - ha
rimarcato l'avvocato Marcella Bo, rappresentante della famiglia
nel consiglio di amministrazione della Fondazione Bo - è la
religione di Urbino: un amore assoluto e incondizionato per
questa terra, questa città e i suoi abitanti. Qui De Carlo ha
realizzato le sue opere più belle e, come diceva lo zio del
Magistero, il suo capolavoro".
La voce di Massimo Raffaeli ha quindi scandito le parole del
testo Carlo Bo, De Carlo in Urbino, lasciando poi il testimone
agli architetti dello studio Giancarlo de Carlo e Associati,
curatori dell'intervento di rifacimento e restauro. "Il senso
profondo della bellezza di questo edificio - ha sottolineato
Monica Mazzolani, non prima però di aver letto il messaggio di
apprezzamento inviato dal Getty Conservation Institute - è il
tentativo di rappresentare la complessità della società". "Il
Magistero - ha aggiunto Antonio Troisi - è un'architettura
radicale, forte, innovativa e al contempo così delicata nel
contesto urbano, radicata nella cultura di Urbino".
La testimonianza di Angela De Carlo, collaboratrice dello
studio Giancarlo De Carlo e Associati, ha fatto infine luce su
alcuni aspetti che ne caratterizzavano l'impegno: "De Carlo
vedeva il mondo attraverso l'architettura, questo era il suo
modo di intendere e interpretare la vita. L'architettura era per
lui la lingua che serve alla comunicazione tra gli individui e
il suo approccio era olistico. De Carlo - ha poi precisato - non
praticava uno stile, ogni suo progetto era inevitabilmente
diverso dagli altri".
A chiudere il programma della mattinata, intermezzato da
momenti come la lettura del brano Giancarlo De Carlo,
un'amicizia feconda a cura di Silvio Castiglioni, è stato
l'intervento del direttore generale dell'Università di Urbino,
Alessandro Perfetto.
In collaborazione con Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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