Nelle Marche la spesa mensile per
l'acquisto di generi alimentari è stata calcolata in 547 euro.
Si tratta della quota più alta del Centro Italia, sesto posto
nazionale. Dal 2013, secondo Istat, i marchigiani mangiano meno
salumi (-3%), carni bianche (-1,6%), bovine (-7,5%), suine
(-3%). In calo anche il consumo di pane e pasta (-5%) e latte
(quasi il 10%), mentre è aumentato quello di pesce (+5%), uova
(+13,8%) e legumi (+9%). Cresce anche la quantità di spreco
alimentare calcolato in 621,9 grammi alla settimana (media del
Centro Italia secondo l'ultimo report Waste Watcher 2025), +8,5%
rispetto all'anno scorso. Lo rende noto Coldiretti Marche alla
vigilia della Giornata contro lo spreco, che ricorre il 5
febbraio. La maggior parte degli sprechi alimentari avviene tra
le mura domestiche.
"La rete dei mercati contadini di Campagna Amica - spiegano
da Coldiretti Marche - è impegnata da anni in un'opera di
sensibilizzazione dei consumatori anche con incontri mirati con
alunni e studenti nelle ore di educazione alimentare".
L'acquisto diretto permette il contenimento degli sprechi
"perché accorciando la filiera, il consumatore può contare su
cibi freschi, che si conservano di più, che non hanno percorso
lunghe distanze e hanno inquinato meno", concludono da
Coldiretti Marche.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA