Il potenziale impatto negativo
della guerra in Ucraina sul sistema delle imprese italiane è
stimato attorno a 9,9 miliardi di euro, corrispondente
all'export 2021 verso Russia e Ucraina. Dopo le gravi difficoltà
finanziarie del 2008-2010 e quella pandemica, il sistema
produttivo è nuovamente messo a dura prova dal conflitto in
corso, compromettendo il recupero del Pil antecedente queste
crisi. E' quanto viene evidenziato in un documento presentato
dalla Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle
regioni alla task force Ucraina del Mise. Contenimento dei costi
energetici, liquidità delle imprese, nuovi sbocchi di mercato
per l'export e ristori per le perdite di fatturato, sostegno al
reddito dei lavoratori sono le prime proposte contenute nel
documento per fronteggiare le ricadute economiche del conflitto
in Ucraina sul sistema produttivo nazionale. Ad illustrarle alla
task force il vice presidente della Regione Marche Mirco
Carloni, coordinatore della Commissione. Il gruppo di lavoro del
Mise è presieduto dal ministro Giancarlo Giorgetti e coordinato
dal dirigente Amedeo Teti. "Abbiamo raccolto le richieste che
vengono da territorio, dalla Camera di Commercio, dalle
Associazioni e dalle imprese che stanno già soffrendo per le
ricadute internazionali della crisi in atto - ha riferito
Carloni -. Al Governo nazionale e all'Unione europea chiediamo
di adottare misure che non siano solo di ristoro, ma foriere di
una nuova ripartenza e capaci di delineare una nuova politica
industriale meno dipendente dall'instabilità del quadro
internazionale". A nome delle Regioni, Carloni ha sollecitato
l'emanazione di uno o più provvedimenti urgenti per la
salvaguardia delle nostre imprese".
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