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Covid: addetti in Cig ma ditta lavorava, denunce e sequestri

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Covid: addetti in Cig ma ditta lavorava, denunce e sequestri

Gdf, 52mila euro percezioni indebite azienda Osimo per personale

ANCONA, 25 novembre 2021, 10:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   Fatture e interventi prestati ai clienti eseguiti proprio dagli operai di una società di Osimo che, diversamente da quanto indicato nelle richieste di Cassa integrazione presentate all'Ente previdenziale, avevano continuato a lavorare negli stessi giorni per i quali era stata richiesta l'integrazione salariale. Lo hanno scoperto i militari della tenenza della Guardia di Finanza di Osimo per una ditta di manutenzione impianti che avrebbe usufruito indebitamente di 52mila euro di Cig prevista tra le misure a sostegno delle imprese colpite dalla crisi pandemica. I presunti responsabili della frode, due coniugi osimani, sono stati denunciati per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Il gip di Ancona, su richiesta della Procura che ha coordinato le indagini, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo per l'intero valore indebitamente percepito, eseguito su disponibilità finanziarie e un immobile riconducibile agli indagati. L'ammortizzatore sociale è stato erogato per far fronte alla crisi economica determinata dalla pandemia. Durante i controlli dei requisiti per l'accesso ai benefici, la Gdf di Osimo ha riscontrato che l'azienda aveva richiesto l'accesso all'ammortizzatore sociale dell'integrazione salariale per tutti i suoi 15 dipendenti, indicati come sospesi dal lavoro nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Dagli accertamenti, però, sono emerse fatture emesse per interventi eseguiti proprio nel periodo in questione. Il riscontro, oltre ai documenti contabili, è stato fornito grazie alle ulteriori minuziose investigazioni dei finanzieri, i quali hanno raccolto concreti elementi della presenza degli operai nei luoghi e date di esecuzione dei lavori.
    Così facendo l'impresa, che contrariamente a quanto attestato non aveva interrotto l'attività né avuto un calo di lavoro, continuando a fatturare anche nel periodo del lockdown dello scorso anno, ha trovato il sistema per non sostenere il costo del personale, riversandolo sulle casse dell'Inps, con un danno per le casse dell'Ente per 52mila euro.
   

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