Coordinamento sindacale unitario di
Elica e Regione Marche concordano sulla necessità di "mantenere
il lavoro in Italia". E per conseguire questo risultato occorre
una "radicale modifica" dei contenuti del piano strategico
2021-2023 che la multinazionale di Fabriano (Ancona), leader nel
settore delle cappe aspiranti, ha presentato lo scorso 31 marzo
e che prevede: 409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio,
chiusura dello stabilimento a Cerreto D'Esi e delocalizzazione
del 70% delle produzioni effettuate oggi a Fabriano, Cerreto e
Mergo. Questo il sunto del secondo incontro, in poche settimane,
fra i rappresentanti sindacali di Fim-Fiom-Uilm e Rsu di Elica
con la Giunta regionale delle Marche che si è svolto oggi a
Palazzo Raffaello. Presenti il presidente Francesco Acquaroli,
l'assessore al Lavoro Stefano Aguzzi, l'assessore alle Attività
produttive Mirco Carloni. "La disponibilità a radicali modifiche
annunciata dai manager aziendali, deve declinarsi esclusivamente
su come si mantiene il lavoro nei siti italiani - dicono le
parti sociali -. Quello che abbiamo letto in questi giorni sulla
stampa (pre-pensionamenti, part time), non può rappresentare
l'inizio di un confronto costruttivo, in quanto era tutto
contemplato nel piano del 31 marzo, e se non si parte dalla
discussione del mantenimento dei livelli produttivi,
rischierebbe solamente di accompagnare il progetto aziendale di
delocalizzazione delle produzioni, con l'involontario consenso
delle parti". Nei prossimi giorni la Regione effettuerà un
ulteriore passaggio con l'azienda per chiarire le reali
disponibilità dichiarate, aggiornando successivamente le
organizzazioni sindacali. Le quali, dal canto loro, continuano a
ritenere "indispensabile la convocazione del tavolo al Mise per
individuare, in una sinergia tra tutte le parti, gli strumenti a
sostegno del mantenimento delle produzioni sul Fabrianese, e di
conseguenza i sostegni agli investimenti da poter presentare
all'azienda".
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