Oliver Stone non pensa di girare un film sulle violenze di origine razziale di questi mesi negli Usa, perché "ci sono registi afroamericani che già lo stanno facendo". Lo ha raccontato lui stesso ospite ieri sera di Passaggi Festival della Saggistica, dove ha presentato la sua autobiografia, "Cercando la luce" (La nave di Teseo) in uscita oggi in Italia. "Scrivere è un piacere, anzi è più piacevole di fare un film, perché mentre giri non hai tempo di pensare" ha detto il premio Oscar. "E' difficile girare film politici in America - ha aggiunto -, soprattutto se cerchi di fare un film onesto che critichi il sistema. Già dai tempi di Reagan e dal Patriot Act del 2001 di Bush tutto è diventato difficile, specialmente se sei critico. Questa è la mia opinione". No anche alla domanda se pensa di scrivere un libro o fare un film sulla pandemia. "I miei film - ha spiegato - sono una cosa d'evasione, dove certo bisogna raccontare anche la verità, però non voglio immischiarmi in questo momento storico. Meglio staccare dal problema del coronavirus".
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