Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Zaffiri (Ln), 'olio ricino a Gabrielli'

immigrazione

Zaffiri (Ln), 'olio ricino a Gabrielli'

Presidente Assemblea: espressioni vice "inaccettabili"

ANCONA, 19 luglio 2015, 11:47

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Quello di Sandro Zaffiri, il vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, leghista, che ha attaccato su Facebook il prefetto di Roma Gabrielli per la vicenda migranti, è stato "un riflesso condizionato da ex sindacalista delle Ferrovie, che negli anni '70-'80 ha visto i prefetti mandare i poliziotti a manganellare gli operai. Così, almeno, si è giustificato con me". Lo ha detto Luca Paolini, segretario nazionale Lega Nord Marche, che ieri ha parlato con il consigliere. "Zaffiri - prosegue Paolini - ha certamente usato parole esagerate" e quella sull'olio di ricino da dare al prefetto "è stata una battuta infelice, anche perché la Lega è tutto - ribadisce Paolini - fuorché fascista". Tuttavia, fa notare il segretario del Carroccio, la questione dei migranti resta aperta. Paolini ha annunciato che comunque verrà adottato un provvedimento disciplinare.

Zaffiri si scusa con Gabrielli - "Si è trattato di una esternazione scaturita dal vedere che la polizia è stata mandata a manganellare gente che semplicemente difendeva il proprio diritto a vivere sicura e serena. Ha certo influito nell'uso dei termini la mia lunga carriera di sindacalista dei ferrovieri e dei trasporti". Così il vicepresidente leghista del Consiglio regionale delle Marche Sandro Zaffiri, che si scusa con il prefetto di Roma Franco Gabrielli per il post choc su Facebook. "Quella carica - spiega Zaffiri - mi ha ricordato tempi in cui altri prefetti reprimevano manifestazioni di padri di famiglia che difendevano i propri diritti e i posti di lavoro. E' palese che, al di là della frase certo infelice, non c'è in me, per la mia storia personale, e men che meno nel Movimento cui appartengo, alcuna apologia né di violenza, né di fascismo, come dimostrano le centinaia di manifestazioni leghiste in cui non vi è mai stato un minimo problema di ordine pubblico. Detto questo, mi scuso con il prefetto Gabrielli, pur continuando a non condividere certe scelte operative e gli ordini impartiti ai sottoposti, con i colleghi consiglieri e di partito per l'involontario clamore sollevato".

Le reazioni - Il presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche Antonio Mastrovincenzo: "Ritengo gravissime le parole pubblicate su Fb da Sandro Zaffiri. Con espressioni inaccettabili, ha offeso pesantemente e minacciato il prefetto di Roma Gabrielli, 'colpevole' secondo lui di aver permesso l'accesso a 19 profughi in una struttura di accoglienza, forzando il blocco di manifestanti guidati da Casa Pound". Nel post Zaffiri attacca l'ex capo della Protezione civile con pesanti epiteti e minacce: "porco di un comunista al servizio del Pd...attento che ti abbiamo segnato sul nostro elenco, arriveremo, l'olio di ricino te ne daremo tanto". "Sono amareggiato - commenta Mastrovincenzo - da parole che oltraggiano le istituzioni e, allo stesso tempo, fomentano intolleranza verso persone disperate che fuggono da guerre e miserie. Zaffiri è vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, terra accogliente e solidale; il ruolo che ricopre non gli consente di superare il limite della decenza e del rispetto delle istituzioni".. 
   "Le parole scritte sul profilo Facebook di Zaffiri non possono che essere condannate e stigmatizzate. Nessuno può permettersi di evocare pratiche fasciste, per di più se é un rappresentante delle istituzioni". Così il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. "É vergognoso - seguita Ceriscioli - e mi auguro possa quantomeno chiedere scusa al prefetto Gabrielli al quale va tutta la mia solidarietà e quella della giunta regionale per il lavoro che sta compiendo. Proprio questa mattina ho letto le parole del padre di Raghad, la bambina morta su un barcone per mancanza di insulina e poi gettata in mare dalla sua famiglia. Una vicenda che non può lasciarci indifferenti. Le Marche continueranno a fare la loro parte, la solidarietà tra i popoli è il principio fondante della nostra democrazia e chi va contro questo valore non merita di rappresentare il consiglio regionale. Evocare pratiche squadriste o continuare ad aizzare e stuzzicare istinti populisti come fanno la Lega e Salvini, non contribuisce in alcun modo a risolvere e mettere freno al fenomeno dell'immigrazione". 
   "È inaccettabile e, francamente, riprovevole l'espressione adottata da Zaffiri contro il prefetto di Roma Gabrielli. Violare così prepotentemente il rispetto della persona e scadere nella becera e vile violenza verbale dimostra il limite, umano prima ancora che politico, del consigliere leghista". Lo afferma il segretario regionale del Pd Francesco Comi chidendo le dimissioni del vicepresidente del Consiglio regionale . "E lo sconcerto - aggiunge Comi - è ancor più grave se si pensa che tale comportamento è del vice presidente del Consiglio regionale. Ragion per cui ritengo opportuno richiedere le sue dimissioni da tale carica. Questa è politica da medioevo, di inaudito squallore, che niente ha a che fare con la politica del cambiamento che i marchigiani hanno scelto e che richiedono. Nessuno ha bisogno di questi modi di 'bassa Lega'". "Sono assolutamente sconcertato e indignato. Condanno fortemente le frasi di inaudita violenza usate da Zaffiri: non sono degne in assoluto, a maggior ragione se a pronunciarle è un uomo delle istituzioni, che ricopre un'importante carica istituzionale, come è quella della vicepresidenza del Consiglio regionale". Così il presidente del Gruppo consiliare Pd delle Marche, Gianluca Busilacchi. "Domani - annuncia - proporrò al Gruppo Pd una iniziativa formale, da portare in discussione nella seduta dell'Assemblea legislativa, per richiamare e condannare senza mezzi termini le parole indicibili e indecenti di Zaffiri. Non è fomentando violenza o odio che si risolvono i problemi degli italiani e dei marchigiani".
   "Ho usato parole forti, è vero, ma dall'altra parte ci sono delle azioni, e io sto dalla parte del popolo, delle famiglie". Ammette di aver usato toni piuttosto pesanti, ma non rinnega la sostanza del suo post su Facebook il vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, il leghista Sandro Zaffiri. "Quando verranno dati 1.500 euro a un cieco, a un disabile italiano - insiste Zaffiri, interpellato dall'ANSA - allora ne riparliamo. A Roma sono state compiute azioni gravissime nei confronti di chi contrastava il degrado. Chiedo scusa per le parole, ma chi mi ha votato vuole sentirsi dire la verità". "Noi - attacca poi, riferendosi a un comizio del leader leghista Salvini a Senigallia, durante le ultime elezioni - siamo stati attaccati con le bombe carta, e c'erano famiglie con bambini. E c'erano anche gli assessori della giunta uscente". Quando all'infelice frase sull'olio di ricino, Zaffiri si giustifica: "Ma non c'è nessun elenco...".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza