"Ho esposto nei dettagli le mie considerazioni circa i fatti contestati al gip, il dottor Iannelli, attendo con fiducia le valutazioni del giudice". Lo ha spiegato ai cronisti l'architetto Stefano Boeri, dopo l'interrogatorio davanti al gip Luigi Iannelli durato circa un'ora e mezza. Il giudice deciderà nei prossimi giorni, dopo che la procura ha chiesto per l'archistar gli arresti domiciliari.
L'interrogatorio si è svolto nell'ambito dell'inchiesta a Milano sulla Beic che ha visto indagato anche un altro architetto di fama internazionale, Cino Zucchi, anche lui sentito stamani dal gip.
"Ho avuto sempre un comportamento corretto e lineare nella giuria, non sapevo di chi fossero i progetti, li ho valutati, ho lavorato e giudicato nell'anonimato totale e non ho mai incontrato i progettisti" ha spiegato ai magistrati Zucchi. Sulla decisione del gip si è detto "speranzoso". Alla domanda dei cronisti se avesse intenzione o meno di far parte ancora di commissioni giudicatrici di progetti ha risposto: "Per il momento me ne starei molto in disparte per un po', poi magari riprenderò'".
Boeri ha chiarito e si è difeso davanti al giudice per circa un'ora e mezza dalle contestazioni mosse dalla Procura, che lo ha indagato per turbativa d'asta e falso per non aver dichiarato conflitti di interesse come presidente della commissione giudicatrice che nel luglio 2022 assegnò il concorso sulla progettazione della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic).
Il giudice dovrà decidere nei prossimi giorni se applicare o meno una misura cautelare per l'eventuale pericolo di reiterazione del reato, avendo già valutato non sussistente quello di inquinamento probatorio che contestavano i pm nella richiesta di arresti domiciliari. E proprio per decidere, sulla base delle nuove norme, ha fissato l'interrogatorio preventivo.
"Sono sorpreso e molto turbato", aveva detto Boeri dopo la richiesta d'arresto, dicendosi pronto a chiarire col giudice la sua posizione, ossia a respingere le accuse dei pm di aver favorito, dopo accordi con alcuni progettisti con cui aveva rapporti accademici o professionali, la cordata vincitrice.
Nessun favoritismo, dunque, nessun accordo illecito, secondo la difesa, ma progetti valutati in forma anonima e nessun conflitto di interessi.
Poi, saranno sentiti dal gip anche Angelo Lunati e Giancarlo Floridi della cordata che vinse e per i quali i pm hanno chiesto misure interdittive dalla professione.
Zucchi, interrogato per un'ora e mezza come Stefano Boeri, ha spiegato di aver fornito "chiarimenti" e "delucidazioni", rispondendo a tutte le domande del gip e dei pm. E ha negato di aver mai saputo di chi fossero i progetti in concorso quando li valutava nel "totale anonimato". I pm negli atti avevano riportato anche chat allusive, forse goliardiche, tra Zucchi e Pier Paolo Tamburelli (progettista ora interrogato dal gip), con immagini, tra cui quelle di un libro con dentro un ventaglio di biglietti da 50 euro.
"Quei soldi li ho messi io non Tamburelli - ha detto Zucchi - era una mia ironia sulla inopportunità del contatto, perché mi sembrava una strana coincidenza temporale, era un messaggio ironico che è stato travisato totalmente. Quel libro era arrivato dalla casa editrice, il mio era un messaggio ironico, era il mio sarcasmo e c'è stato un equivoco semantico".
Ha ribadito di non avere "mai visto alcuno del gruppo dei progettisti" durante il concorso e "sono totalmente sicuro - ha proseguito - del mio operato e speranzoso sull'esito, perché niente nel mio comportamento può avere infranto alcuna regola".
Sui presunti conflitti di interesse con i progettisti del team vincitore che, secondo i pm, non avrebbe segnalato, Zucchi ha spiegato: "Io appartengo al Politecnico, che è composto da tante persone, e il conflitto riguarda l'ambito professionale ed economico e quello non c'era, mentre il contesto culturale di relazioni non può essere preso per un contesto che dà origine ad illeciti".
E ha chiarito ancora sul punto: "Quando ho visto i nomi dei vincitori, ho chiesto alla segreteria e mi hanno detto che il conflitto riguardava solo i rapporti professionali che in quel caso non c'erano e poi, quando si è sollevata una polemica, ho mandato una mail al Rup con indicato i miei rapporti e il Rup semmai poteva prendere tutte le decisioni". La sua "firma" sull'assenza di conflitti di interesse a gara assegnata era data, ha spiegato, dalla "definizione" stessa dei conflitti per come indicata nelle procedure del concorso e che riguardava solo i "rapporti lavorativi attivi con scambio economico".
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