I detenuti del carcere milanese di
San Vittore il 17 febbraio si esibiranno a Cinecittà per il
Papa, in uno degli eventi principali del giubileo degli artisti
e del mondo della cultura.
Più precisamente ad esibirsi sarà un coro di cinquanta
elementi, di questi dieci sono detenuti che fanno parte del Coro
della Nave (ovvero del coro del reparto di San Vittore dedicato
alla cura delle dipendenze gestito dall'Asst Santi Paolo e
Carlo), insieme a volontari ed ex detenuti del coro Amici della
Nave e giovani del Cpm Music Institute, centro fondato da Franco
Mussida.
"L'attività del Coro è parte integrante del percorso
rieducativo, affiancando il programma terapeutico e il lavoro di
consapevolezza del sé" hanno spiegato dalla direzione del
carcere, ricordando che già in passato ci sono state occasioni
per loro di esibirsi all'esterno. Mai però davanti a Papa
Francesco a cui va "la più grande riconoscenza per questa grande
opportunità e per l'attenzione sempre
riaffermata rispetto ai temi del recupero e dell'inclusione" ha
aggiunto la presidente dell'associazione Amici della Nave Odv
Eliana Onofrio.
La trasferta sarà possibile grazie all'impegno della Polizia
penitenziaria, delle Direzioni delle carceri e dei
Provveditorati coinvolti, della Magistratura. L'incontro di
Cinecittà, alle 10 del 17 febbraio nella Sala Fellini, è
organizzato dal Dicastero della Cultura e dell'Educazione della
Santa Sede guidato dal prefetto cardinale Josè Tolentino de
Mendonça, in collaborazione con il Ministero della Cultura
italiano e Cinecittà Luce SpA. Prima visita del Pontefice a
Cinecittà, l'appuntamento nasce dalla volontà di "dare
continuità e sostanza al dialogo aperto attorno ai temi del
recupero e della re-inclusione sociale, che il Santo Padre ha
alimentato anche attraverso l'apertura di una Porta Santa nel
carcere romano di Rebibbia".
E in questo la musica può avere un ruolo importante. Come ha
sottolineato il direttore sociosanitario dell'Asst Santi Paolo e
Carlo, "il lavoro svolto dal Coro La Nave di San Vittore e dal
Coro Amici della Nave di San Vittore, che coinvolge
rispettivamente i pazienti del reparto La Nave all'interno del
carcere e del SerD all'esterno è un esempio straordinario di
come la musica e l'arte possano essere strumenti di inclusione e
riabilitazione".
"La Musica non è nata solo come un'arte che offre spettacolo
- ha ricordato Mussida, fra i fondatori della Pfm -. È un mezzo
di concordia, di compagnia, di crescita armonica e consapevole
della persona. La sua natura vibrante ci racconta com'è fatto
il nostro cuore, ci indica la via per una ecologia dei
sentimenti".
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