Hanno chiesto altri 30 giorni di
tempo i medici legali, consulenti della Procura di Milano, per
depositare gli esiti dell'autopsia e degli accertamenti
tossicologici nel caso della piccola Diana, la bimba di quasi un
anno e mezzo morta di stenti dopo che la madre Alessia Pifferi,
in carcere dal 21 luglio per omicidio volontario aggravato, l'ha
abbandonata da sola in casa per sei giorni.
L'anatomopatologo e il medico incaricato degli esami
tossicologici, per accertare se la 37enne avesse fatto assumere
alla figlia dei tranquillanti, hanno chiesto più tempo per
completare le loro relazioni e dunque il termine, che era stato
fissato per fine settembre dopo l'autopsia di luglio, è stato
prorogato fino a fine ottobre.
Per il 28 settembre è fissato, intanto, il conferimento
dell'incarico, da parte del gip Fabrizio Filice, ai periti per
gli "accertamenti tecnici di natura biologica e chimico-forense"
sul materiale sequestrato, tra cui il biberon trovato accanto al
corpo senza vita della bimba. Analisi, che si svolgeranno con la
formula dell'incidente probatorio, per verificare la presenza o
meno di un tranquillante nel latte e riguarderanno anche il
beccuccio del biberon, la boccetta di En (benzodiazepine)
trovato in casa e altro materiale sequestrato nell'abitazione,
nell'inchiesta della Squadra mobile, coordinata dal pm Francesco
De Tommasi.
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