Il ritorno in tv di Alberto Stasi,
condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della
fidanzata Chiara Poggi a Garlasco (Pavia), in occasione del
quindicesimo anniversario del delitto, amareggia la famiglia
della vittima e il suo legale.
L'intervista andrà in onda in uno speciale del 'Le Iene'
domenica prossima e, come riferisce 'La Provincia pavese', per
l'avvocato della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni, in questo
modo "si continua a mistificare la realtà senza
contraddittorio".
"E il contraddittorio, ci terrei a sottolineare, non è la
famiglia Poggi, ma è lo Stato italiano che con sentenze di
Cassazione e delle Corti di appello ha accertato al di là di
ogni ragionevole dubbio la responsabilità di Stasi per
l'uccisione di Chiara Poggi - continua il legale -. L'unica
cosa che non è stata approfondita della vicenda sono le
circostanze di cui si è avvantaggiato Stasi per essere assolto
finché la Cassazione nel 2013 ha finalmente disposto che venisse
svolto un processo rispettando le regole del codice di procedura
penale".
Nella sentenza d'appello bis, per i legale "i giudici
scrivono testualmente delle molte criticità di alcuni degli
accertamenti svolti, riconducibili a errori e negligenze anche
gravi, e non solo all'inesperienza, degli inquirenti. Non si può
negare che in molte occasioni sia stato proprio Stasi,
personalmente e non solo, a indirizzare e ritardare le indagini
in modo determinante e a sé favorevole».
Il delitto era stato commesso la mattina del 13 agosto del
2007 e, a, al termine del processo di primo grado, a Vigevano,
Stasi fu assolto. Così nel processo d'appello a Milano. Il 18
aprile 2013 però la Cassazione annullò l'assoluzione e dispose
il processo d'appello bis, chiuso con la condanna di Stasi a 16
anni, confermata due anni dopo.
Stasi sta scontando la pena nel carcere milanese di Bollate.
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