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Alla Scala il 'Rigoletto' di Martone tra fischi e applausi

Regista, fondamentale restituire la violenza a cui Verdi pensava

(ANSA) - MILANO, 21 GIU - Undici minuti di applausi e proteste, quelli che hanno accolto ieri sera alla Scala il 'Rigoletto' firmato da Mario Martone, che ha lavorato con la collaborazione del giovane (39 anni) direttore d'orchestra Michele Gamba. Contrasti 'annunciati' quando a Milano si va a toccare il Verdi tradizionale, pur se il livello della direzione e della compagnia di canto è buono e le voci vengono applaudite anche a scena aperta. Come è accaduto a Nadine Sierra, nei panni di Gilda, Amartuvshin Enkhbat in quelli di Rigoletto e a Piero Pretti che ha dato la voce al Duca di Mantova. Ma tutto il cast è stato apprezzato dal pubblico.
    Martone, che aveva già fatto capire che si aspettava un'accoglienza contrastata, ha voluto dare del capolavoro verdiano una lettura, con gli occhi di oggi, "più fedele" alle intenzioni di Verdi "che - ha spiegato egli stesso nei giorni scorsi - affronta il tema politico dell' ingiustizia sociale, rifacendosi al lavoro 'Le Roi s'amuse' che nel 1832 Victor Hugo aveva presentato alla 'Comedie francaise' di Parigi causando un autentico putiferio, suscitando le ire della censura. Tanto che dopo la prima non si ebbero repliche. La stessa censura che attaccò Verdi 19 anni dopo (il re dovette diventare un duca!) costringendolo a rimaneggiare il libretto.
    "Penso sia fondamentale - afferma Martone nel programma di sala - restituire la violenza che Verdi aveva in mente". E siccome le opere dei grandi autori sono attuali in ogni epoca perché raccontano l'uomo nella sua universalità, ha riportato il tutto ad oggi senza forzature, "perché una corte di molto ricchi circondati da persone al loro servizio e che si sentono autorizzati a qualsiasi abuso è anche cosa dei nostri giorni".
    (ANSA).
   

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