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Maxi rissa tra le case popolari a Milano, anche un bimbo in ospedale

I residenti: 'i rom hanno usato le spranghe, ci siamo solo difesi'

Maxi rissa nella serata di ieri tra gli occupanti di alloggi popolari in via Bolla, nei pressi del Cimitero Maggiore, a Milano: una sessantina di persone si è riversata in strada verso le 21.30, armata anche di bastoni. Per sedare la lite, al civico 40, è dovuta intervenire la Polizia con la Questura di Milano che ha inviato un dispositivo di ordine pubblico. La regione Lombardia, che gestisce le case Aler, valuta un presidio dell'esercito.

Tre cittadini romeni, una donna e due minorenni, tra cui un bimbo di due anni, sono stati portati in codice giallo nell'ospedale San Carlo per accertamenti. Il bimbo di due anni portato al pronto soccorso dell'ospedale San Carlo, secondo quanto riferito dal 118, sarebbe stato visitato solo per precauzione e non presentava ferite o traumi evidenti. La ragazza, alcune escoriazioni non preoccupanti.

"Noi ci siamo solo difesi. I rom hanno usato le spranghe e ci hanno lanciato contro i loro bambini per aggredirci", affermano i residenti degli alloggi popolari coinvolti nella maxi rissa tra inquilini e occupanti di etnia rom degli alloggi. Una ventina di residenti oggi si è raggruppata nella zona per protestare e per parlare degli scontri di ieri sera con i giornalisti.

"I rom che abitano abusivamente negli alloggi popolari e nei camper sotto lo stabile hanno iniziato a sgommare con le auto nel piazzale", racconta Barbara, residente in via Bolla. "Ci siamo spaventati - prosegue - e siamo scesi a vedere cosa stava succedendo". A quel punto sarebbe scoppiata la rissa, con le spranghe recuperate da un cantiere aperto lungo la strada.

"Noi ci siamo difesi - prosegue la residente - con calci e pugni, ma non abbiamo toccato i bambini". Gli inquilini avrebbero poi chiamato la polizia, intervenuta con una decina di volanti e con cinque squadre del Reparto mobile, fino a ripristinare l'ordine prima di mezzanotte. "Siamo rimasti svegli tutta la notte - prosegue Barbara - io sono stata scortata dalla polizia fin dentro casa. Al mio civico siamo solo in 5 italiani". I residenti denunciano una situazione che va avanti da "troppo tempo". "Non è la prima volta - sostengono - che subiamo aggressioni".

Alessandro Mattinzoli, assessore lombardo alla Casa e Housing sociale, ha commentato: "Nel dare il massimo sostegno alle Forze dell'Ordine, peraltro oberate da infinite attività e richieste di intervento, valutiamo pure la possibilità, nei casi più estremi, di ricorrere all'ausilio dei militari dell'Esercito, come avvenuto in passato, per contribuire presidiare i punti e i luoghi a maggior rischio".

Per Mattinzoli, "il rispetto della legalità è infatti la condizione indispensabile per assicurare la civile convivenza e sono convinto che, a fronte a situazioni d'emergenza, sia necessario programmare anche risposte eccezionali", dato che è "assolutamente prioritario garantire la tranquillità delle persone e delle famiglie nelle loro abitazioni e nella loro vita quotidiana".

"Siamo naturalmente disponibili - prosegue Mattinzoli - ad assumere nuove responsabilità favore dei nostri concittadini, purché ci vengano assegnate le risorse e riconosciute le competenze, ora in capo al Governo centrale. Anche queste situazioni fanno peraltro emergere la necessità di una maggiore autonomia e possibilità di intervento in capo alla Regione. Il nostro impegno su tutti questi temi resta e resterà massimo".

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