Una storia familiare ma condivisa
da molti italiani, negli anni del colonialismo e poi della
seconda guerra mondiale, quella dell'artista Elena Chioccarelli
Denis, raccontata in una mostra che prende origine dalle
vicende del nonno, zoologo-esploratore, inviato negli anni '30
come esperto di fauna africana in Etiopia, dove poi rimase
prigioniero fino al 1946. Nell'esposizione, 'Vita', aperta fino
al 22 maggio negli spazi di MyownGallery Superstudio Più a
Milano, circa sessanta opere, tra tele grandi e piccole,
sculture, installazioni e una galleria di immagini. Tutto basato
su diari, materiale trovato in casa, fotografie. E soprattutto
le lettere tra il nonno e la moglie, che era stata rimpatriata
con i 6 figli a bordo di quelle che vennero chiamate le 'navi
bianche' della Croce Rossa, operazione umanitaria che riportò in
Italia donne, bambini e feriti. Un passato che si ripete anche
oggi. Ed ecco le opere Prigionia, Fuga e Il viaggio, con gruppi
di donne e bambini dipinti di rosso che si lasciano alle spalle
un luogo, d'ora in più il loro. O la scultura in tessuto e
caolino dal titolo Diaspora con donne senza volto chiuse nei
loro mantelli cercano un altrove. Oppure Resilience, dove una
scatola di legno dischiude un paesaggio amato ormai lontano per
l'esile figura umana che lo guarda immobile. Ma c'e' anche luce
e colore nelle opere dell'artista, nata a Roma nel 1964. Come i
grandi alberi (Vita I e Vita II) che si mostrano nel loro
farsi corteccia e rami, partendo dalle radici. La mostra si
inserisce nel palinsesto della rassegna 'Nelle mani delle
donne', ideato da Gisella Borioli e dedicato dalla galleria alle
donne nell'arte.
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