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Arte: 'Indistinti confini' di Penone diventa documentario

Arte: 'Indistinti confini' di Penone diventa documentario

Scultura site specific per il Bosco della Memoria di Bergamo

MILANO, 10 maggio 2022, 15:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà presentato il 12 maggio al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano il documentario 'Giuseppe Penone. Organica Rinascita', realizzato da 3D Produzioni con il contributo della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti. Il documentario ricostruisce la genesi del progetto per l'installazione 'Indistinti confini' realizzata nel Bosco della Memoria di Bergamo, in ricordo delle vittime del Covid-19, attraverso l'opera e la poetica di uno dei più importanti esponenti dell'Arte Povera italiana.
    Il documentario racconta il percorso che ha portato alla realizzazione della scultura site specific attraverso la voce dell'artista e di tutti gli attori che hanno contribuito al progetto. L'opera, creata per essere esposta a Versailles nel 2013 e oggi posizionata, simbolicamente, di fronte all'Ospedale Papa Giovanni XXIII, si compone di una scultura in marmo bianco di Carrara di grandi dimensioni - alta quasi 3 metri e dal peso di 25 tonnellate - al centro di una sorta di anfiteatro naturale composto da 80 betulle dell'Himalaya che richiamano la profonda connessione con la natura. Pensata come luogo di riflessione e di memoria, si inserisce nella poetica dell'artista che abbatte i confini tra il mondo umano, quello minerale e quello vegetale.
    "Come gli alberi del bosco sono un monumento vivo - dice il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori - così le venature che emergono dal grande blocco di marmo di Carrara scolpito da Penone, rappresentano il fluire della vita all'interno di ogni organismo, oltrepassando i confini tra i diversi regni naturali e componendo un forte messaggio di speranza".
    "Le venature scolpite nel marmo richiamano il sistema linfatico delle piante ma anche il sistema circolatorio umano, riferimento alla vita che scorre indistinta nel corpo del mondo e al profondo legame tra uomo e natura. La simbologia dell'installazione vuole certamente rimandare al ricordo delle vittime, ma è anche - spiega Giuseppe Penone - un inno alla vita, alla rinascita e alla speranza".
   

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