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Il Quarto Stato dal 1 maggio a Palazzo Vecchio Firenze

Il Quarto Stato dal 1 maggio a Palazzo Vecchio Firenze

Per quando tornerà a Milano si pensa a una nuova collocazione

MILANO, 27 aprile 2022, 12:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dal primo maggio al 30 giugno 'Il Quarto Stato', capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo, sarà in mostra nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.
    Simbolica l'apertura della mostra nel giorno della festa dei lavoratori, dato che ai lavoratori è dedicato questo enorme dipinto alto due metri e 93 centimetri e lungo cinque metri e 45. Oggi al Museo del Novecento di Milano, dove è esposto dall'inaugurazione del 2010, sono in corso le operazioni di spedizione. L'opera è stata spostata dalla teca, che si trova prima dell'accesso vero e proprio alla collezione permanente, è stata fatta una scansione 3D per accertarne lo stato di salute e sono iniziate le operazioni di pulitura precedenti all'imballaggio del dipinto che con la cornice arriva a 6 metri per 3. Dalla finestra verrà calato in strada dove sarà caricato su un mezzo per il trasporto eccezionale di 16 metri. In cambio di questo prestito al Comune di Firenze non si sa ancora cosa arriverà a Milano, di sicuro non opere contemporanee, ma l'assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi (che a Firenze ha ricoperto lo stesso ruolo) assicura che "sarà un sistema di prestiti all'altezza delle aspettative". La partenza del Quarto Stato è però anche un'occasione per ripensare la sua collocazione quando farà ritorno a Milano. La teca in cui è posto si trova lungo la salita a chiocciola di accesso alla collezione, in una rientranza non illuminatissima.
    L'assessore non si è sbilanciato su dove potrebbe essere messo, dicendo che "il Quarto Stato è la prima cosa di cui parlerò con il direttore" della nuova area musei di arte moderna e contemporanea che sarà nominato "entro un mese". Appare però quasi certo lo spostamento della tela che per Milano ha un'importanza particolare. Fu comperato dal Comune nel 1920 grazie a una sottoscrizione popolare, in pratica fu acquistato con le donazioni dei milanesi. Venne poi messo in deposito nel periodo del fascismo per poi essere esposto dopo la guerra nella sala del Consiglio comunale dove è rimasto fino al 1980, quando è stato portato alla Gam e infine al Museo del Novecento.
   
   

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