(ANSA) - MILANO, 20 APR - Non è morto per i ripetuti colpi
alla testa inferti dal padre con il batticarne, ma per una serie
incalzante di violenti stress emotivi vissuti nelle 24 ore
precedenti che, assieme all'assunzione di cocaina, avrebbero
scatenato la rara sindrome di Takotsubo culminata nell'arresto
cardiaco verificatosi per pura coincidenza con le percosse al
capo.
E' la ricostruzione della difesa che ha reso definitiva
l'assoluzione di Mario Colleoni, imputato per aver ucciso il
figlio Gianluca, allora 48enne, tossicodipendente, alcolizzato e
anche con il vizio del gioco alle slot machine. La mattina del 9
dicembre 2019, Gianluca, rientrato a casa dopo una nottata
finita con un incidente d'auto, aveva dato per l'ennesima volta
in escandescenze. Il padre, che mai ha negato quanto è accaduto
e nemmeno "l'esasperazione" sua e della moglie per quella
difficile convivenza, lo aveva colpito alla testa: prima due
colpi poi altri due o tre quando era a terra nel giardino della
loro villetta in Brianza. L'autopsia però, non aveva rilevato
alcuna frattura del cranio e nemmeno un trauma cranico - solo
alcune lacerazioni del cuoio capelluto - ed aveva stabilito il
decesso per aritmia cardiaca. (ANSA).
Assolto da omicidio figlio, morì per sindrome Takotsubo
Non per i colpi inferti. Sentenza definitiva, prese 3 anni
