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Apre Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000

Apre Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000

Dal 19 marzo al 29 maggio a Villa Olmo, a Como

MILANO, 18 marzo 2022, 14:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A lungo trascurate o dimenticate, grazie all'attività critica degli ultimi anni, sono state riscoperte le artiste dell'astrazione, le cui opere sono protagoniste, da domani al 29 maggio della mostra 'Astratte.
    Donne e astrazione in Italia 1930-2000', organizzata dal Comune di Como e curata da Elena Di Raddo nelle sale settecentesche di Villa Olmo a Como.
    La storia dell'arte astratta infatti è una storia sostanzialmente al maschile, scardinata nel 1980 dalla mostra 'L'altra metà dell'avanguardia', a cura di Lea Vergine, che per la prima volta, portò alla luce le artiste dimenticate.
    Il percorso espositivo parte da pioniere come Carla Badiali e Bice Lazzari, che ebbero un legame stretto con Como, che negli anni Trenta aveva visto nascere un cenacolo di artisti che insieme al gruppo del Milione di Milano, costituiva l'unico vero centro di ricerca astratta italiano. Nella sezione Segno/Scrittura le opere di Carla Accardi, Irma Blank e Betty Danon definiscono una via nuova all'astrazione, mentre Geometrie comprende opere di Fernanda Fedi, Tilde Poli, Carol Rama che nel segno della geometria rinnovano la ricerca stessa. Luisa Albertini, Marion Baruch, Renata Boero, Gabriella Benedini, lavorarono sui pigmenti, sui materiali della scultura tradizionale, come su quelli più moderni, mentre Franca Ghitti, Maria Lai, Luisa Lambri, Lucia Pescador e Claudia Peill alla fine degli anni Settanta sentirono la necessità di riflettere sull'eredità dell'avanguardia.
    Nella sezione Corpo/Azione/Re-Azione Carmengloria Morales e Maria Morganti raccontano il legame tra l'atto del dipingere e il corpo. L'ultima parte del percorso è invece dedicata al secondo dopoguerra, con Dadamaino e Nanda Vigo, che usano materiali nuovi come il neon.
   

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