(ANSA) - MILANO, 01 MAR - Una produzione destinata al made in
Italy realizzata attraverso lo sfruttamento di lavoratori in
nero è stata scoperta in un'azienda tessile gestita da un
imprenditore di origine asiatica dove erano impiegati 27
lavoratori, di cui cinque privi di contratto di assunzione. I
lavoratori alloggiavano in un piccolo dormitorio ricavato
all'interno dello stesso capannone, ai limiti delle normali
condizioni di igiene e con impianti elettrici non a norma.
La scoperta è stata fatta dai carabinieri di Lissone che
sono entrati nel capannone con i carabinieri del Nucleo
Ispettorato del Lavoro di Milano, I militari hanno trovato
all'opera 14 lavoratori seduti nelle loro postazioni, mentre i
restanti erano nel dormitorio e nel locale adibito a cucina,
ricavato abusivamente in uno spazio angusto e in condizioni
igieniche precarie.
Trovati anche impianti di videosorveglianza attraverso i
quali il datore di lavoro "controllava a distanza" gli operai,
mentre erano seduti nelle loro postazioni di lavoro.
I carabinieri hanno sospeso l'attività produttiva, comminando
sanzioni per un totale di 55.000 euro. (ANSA).
Carabinieri scoprono lavoratori in nero in un laboratorio
Erano controllati dal padrone con alcune telecamere
