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Medicina: studio per disturbi bipolare, borderline e Adhd

Medicina: studio per disturbi bipolare, borderline e Adhd

Partecipa anche centro italiano,l'Irccs Fatebenefratelli Brescia

MILANO, 05 febbraio 2022, 15:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un progetto europeo recentemente approvato (DymAMoND), al quale partecipa anche un centro italiano - l'Irccs Fatebenefratelli di Brescia -, potrebbe fornire importanti conoscenze per meglio distinguere tre disturbi mentali che insorgono in giovane età e che possono avere un impatto significativo sulla vita e le relazioni interpersonali delle persone che ne soffrono: il disturbo bipolare, il disturbo borderline di personalità ed il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (Adhd).
    I coordinatori del progetto, nato nell'ambito del programma europeo Eranet Neuron, sono Andreas Reif, (Goethe university, Francoforte), J. Antoni Ramos-Quiroga (Vall d'Hebron Research Institute, Barcellona), Giovanni de Girolamo (Fatebenefratelli, Brescia), Jan Haavik, (Università di Bergen) e Nader Perroud (Ospedale Universitario di Ginevra).
    "La classificazione dei disturbi mentali - spiega de Girolamo - si basa quasi esclusivamente su osservazioni cliniche acquisite su gran numeri di pazienti nel corso degli anni.
    Questo ampio corpus di conoscenze ha consentito di sviluppare sistemi diagnostici in cui però condizioni cliniche che sembrano avere in comune molti sintomi e fattori di rischio sono considerate invece categorie diagnostiche distinte". "Questi tre disturbi - conclude il ricercatore - sono caratterizzati da marcate fluttuazioni dell'umore che sono fonte di sofferenza per i pazienti e possono essere difficili da trattare. Tuttavia, non sappiamo se la natura di queste frequenti fluttuazioni sia simile tra i tre disturbi qui considerati, o se abbia una radice comune". Il nuovo studio studierà i casi in 120 pazienti affetti dalle patologie, nonché in 120 soggetti sani, tutti in età compresa tra i 14 ed i 30 anni di età. In caso di successo, il progetto potrebbe favorire un miglioramento dei trattamenti disponibili, una riduzione del 'burden' (peso) dovuto alla condizione di malattia ed un incremento della qualità della vita per ampi gruppi di pazienti.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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