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Prima del Futurismo, così si formò Boccioni

Prima del Futurismo, così si formò Boccioni

Alla Galleria Bottegantica Milano l'apprendistato dell'artista

ROMA, 03 novembre 2021, 13:39

Redazione ANSA

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Un giovane affamato di ogni forma d'arte ad eccezione del realismo sentimentale. Un artista tormentato ma germinale, carico di segni, propositi e anticipazioni di quello che sarebbe diventato. Questo era Umberto Boccioni prima del Futurismo. Così lo descrive la mostra che la Galleria Bottegantica di Milano gli dedica fino al 4 dicembre, concentrando lo sguardo sugli anni della formazione del pittore calabrese destinato a diventare uno dei giganti dell'avanguardia di Filippo Tommaso Marinetti.
    Le opere, soprattutto la ricca sezione dei disegni, raccontano l'''apprendista pittore'' dal 1901 al 1909, il suo oscillare tra il divisionismo del suo maestro Giacomo Balla e il simbolismo di Gaetano Previati, uno dei suoi punti di riferimento, insieme agli altri stimoli raccolti nei viaggi nel 1906 a Parigi e a Mosca e nei periodi trascorsi in precedenza a Roma, Venezia, Padova e infine, dal 1907, a Milano, dove si stabilì - come disse - ''con l'intenzione rapace di vincerla e conquistarla''. Qui conobbe Marinetti, e poi Russolo e Severini con i quali - insieme con Balla e Carrà - nel 1910 firmò il manifesto della pittura futurista. ''Il giovane Boccioni'', a cura di Virginia Baradel, grande esperta del periodo prefuturista del maestro, esamina l'influenza esercitata sull'artista dalle diverse correnti figurative europee e il suo interesse per la tradizione classica e rinascimentale, che traspaiono dalle opere, soprattutto di grafica, come il risultato della sperimentazione e della verifica stilistica condotta in parallelo con la pittura.
    Tra i capolavori in mostra c'è ''Mia madre'', del 1907, che riflette l'ammirazione dell'autore per Bellini e Durher. ''Anche se non sembra - osserva la storica dell' arte - Boccioni è animato da una tempesta interiore ma disegna in modo puntuale e preciso come uno artista del Quattrocento, esercizio che lo posta a una grande maturità intellettuale''.
   

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