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L’Ager Falernus di Villa Matilde si presenta a Milano

Terra e Gusto

L’Ager Falernus di Villa Matilde si presenta a Milano

Prima vendemmia nel '77, produzione 400mila bottiglie

16 luglio 2021, 06:54

Redazione ANSA

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L’Ager Falernus di Villa Matilde si presenta a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Ager Falernus di Villa Matilde si presenta a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA
L’Ager Falernus di Villa Matilde si presenta a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

I fratelli Maria Ida e Salvatore Avallone hanno portato la storia enologica dell’Ager Falernus dalla Campania vulcanica in provincia di Caserta, a Milano scegliendo di abbinare i vini della loro cantina Villa Matilde, alla cucina concreta ed elegante di Michele de Liguoro, chef e patron del Rovello 18, un raffinato bistrot, raccolto e piacevole a due passi dal Piccolo Teatro Strehler.

  La storia della famiglia Avallone parte dal padre Francesco Paolo, avvocato napoletano con la passione per una terra intensa e un poco nascosta, dove dopo lunghi studi e analisi ha portato a rinascere i vitigni autoctoni, la prima vendemmia imbottigliata è del 1977. Oggi sono Maria Ida e Salvatore a condurre l’azienda di 75 ettari e una produzione di 400.000 bottiglie che punta a valorizzare e portare all’adeguata posizione nel panorama vinicolo italiano il Falerno, biotipo di Falanghina che ha raggiunto una notevolissima evoluzione. Non per nenteh a una antichissima tradizione ed era il vino più ricercato e preferito dai patrizi romani. 

   Scienza, tecnologia e passione, con una spiccata volontà di valorizzare i singoli vigneti. Nascono così i due cru di Falerno, vigna Caracci per il bianco e vigna Camarato per il rosso. Vini che presentano una struttura ben declinata, forza e carattere, ben evidente la nota sapida che proviene dal mare e le note dell’Appennino meridionale. Notevole la capacità del Falerno del Massico di reggere il tempo, presentandosi di ottima freschezza e dinamicità anche dopo diversi anni. Le note balsamiche e leggermente affumicate sono dovute ai passaggi in anfora di terracotta. “Pratica che facciamo da sempre - sottolineano gli Avallone - ben prima che diventasse una moda”. La terza generazione è già in azienda con Maria Cristina, enologa e Francesco, sempre con un occhio al territorio e uno al futuro.

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