"La situazione sta diventando
decisamente insostenibile": Micaela Mainini, titolare del
Jamaica, storico locale degli artisti del quartiere milanese di
Brera, aveva fatto sentire le sue proteste dopo la chiusura di
cinque giorni disposta dal questore lo scorso 26 marzo e ora
torna a lamentarsi di un nuovo verbale. Verbale ingiusto,
secondo l'avvocato Daria Pesce a cui è stata affidata la
pratica.
"Ci troviamo oggi a dover affrontare un verbale che ci è
stato rilasciato due giorni dopo l'accertamento senza nessuna
spiegazione in merito alla violazione. Siamo stufi - è sbottata
Mainini - di questa situazione insostenibile, siamo i primi a
chiamare la polizia locale in caso di assembramenti perché non
vogliamo rischiare il nostro lavoro, ma non possiamo neanche
diventare responsabili di tutta via Brera".
La legge, ha spiegato Pesce, è generica e prevede che "le
attività consentite si svolgano previa assunzione da parte del
titolare o del gestore di misure idonee a evitare assembramenti
di persone, con obbligo di predisporre le condizioni per
garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale
predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il contagio".
E "nonostante l'evidente lacunosità della legge, il Bar
Jamaica ha sempre rispettato ogni previsione" transennando il
plateatico e assumendo un addetto per regolare il flusso di
persone". Ma questo non è bastato: "Il Bar Jamaica è stato più
volte ingiustamente sanzionato. Pertanto, gli esercenti
dell'attività - ha concluso - intendono porre in essere ogni
azione giudiziaria ed amministrativa al fine di eliminare
qualunque forma di pregiudizio e di persecuzione."
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