"Alleluja, celebriamo l'alba del
primo giorno, l'inizio del tempo nuovo": così l'arcivescovo
Mario Delpini ha aperto l'omelia della Veglia pasquale celebrata
oggi alle 18 nel Duomo di Milano. "E noi, in questo tempo
desolato per troppi morti, per troppo soffrire, professiamo non
senza strazio la nostra speranza e innalziamo il nostro cantico
tragico e grandioso, con lacrime e insieme con esultanza".
Durante la veglia hanno ricevuto i sacramenti
dell'iniziazione cristiana due catecumeni (un terzo è stato
bloccato in quarantena). In tutta la Diocesi di Milano sono 84 i
catecumeni adulti che in queste ore nelle varie parrocchie sono
stati accolti nella comunità cristiana.
"L'alba del primo giorno - ha proseguito mons. Delpini - ha
questo di originale: c'è una gioia che abita la terra. La gioia,
non per ingenua evasione ma per la promessa dell'invincibile
speranza: la morte è stata vinta. Se è stata vinta la morte,
quando vi deciderete a vincere la disperazione, la divisione, le
diseguaglianze, come se ci fossero buone ragioni per essere
nemici, mentre ci sono solo buone ragioni per essere fratelli e
sorelle?".
"Non diventano facili le cose difficili - ha concluso
l'Arcivescovo -. Non sono scacciate per sempre la fame, la
guerra, l'ingiustizia, dalla faccia della terra. Non sono state
per sempre debellate le malattie e le epidemie. Eppure questo è
l'inizio della nuova creazione perché un popolo nuovo percorre
la terra".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA