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Milano, l'ebreo accoltellato migliora ma è ancora sotto choc

Gli inquirenti per ora non escludono alcuna ipotesi

"Mi sento molto meglio, grazie a Dio. Penso che mi sia stata data di nuovo la vita, e spero di tornare alla mia vita normale il prima possibile". Queste le parole di Nathan Graff, intervistato nella sua stanza nel reparto di Chirurgia plastica dell'ospedale Niguarda, dov'è ancora ricoverato. "Non ho paura, mi sento solo un po' debole, ma è andato tutto bene - ha aggiunto -. Sono stato aggredito in quanto ebreo, ma non credo che Milano sia una città antisemita".

Le immagini delle telecamere di sorveglianza nella zona di via San Gimignano a Milano - dove giovedì sera Nathan Graff è stato accoltellato - che sono all'esame degli agenti della Digos, potranno dare alcune risposte sulla dinamica dell'aggressione a coltellate ad opera di un uomo alto un metro e 70, carnagione e capelli chiari, di cui gli investigatori hanno un identikit, elaborato sulla scorta dei alcune testimonianze. Sempre le immagini potranno aiutare a capire se realmente l'aggressore, che durante la fuga si è parzialmente liberato il volto del passamontagna, sia realmente salito a bordo di un'auto che lo stava aspettando, come riferito da un testimone. Gli investigatori, coordinati dal capo dell'Antiterrorismo della Procura milanese, Maurizio Romanelli, stanno lavorando parallelamente anche sul possibile movente dell'accoltellamento. Ancora non è stata contestata l'aggravante dell'odio razziale. I nell'inchiesta in cui è formulata l'accusa di tentato omicidio. Il gesto non è stato rivendicato. 

  Graff è stato raggiunto da diverse coltellate alla schiena, alla gola e al volto. E' il genero di un rabbino di origine afghana, Hetzkia Levi, e attorno alle 20 stava tornando a casa in via San Gimignano (una delle strade della zona ebraica) quando è stato inseguito e raggiunto alle spalle dall'aggressore. Graff indossava la kippah, era "riconoscibile", e questo aumenta la preoccupazione della comunità ebraica che dai primi minuti ha ripetuto che l'aggressore è di origine araba. Secondo quanto raccolto dalla polizia, l'aggressore ha mostrato il volto durante la breve colluttazione che ha avuto con la vittima, rivelando una carnagione chiara e capelli biondi. Qualche speranza arriva da una telecamera che potrebbe aver ripreso la scena e il momento della fuga. Da chiarire, inoltre, se l'aggressore aveva dei complici che lo attendevano per scappare.

La comunità ebraica: 'c'entra con Intifada dei coltelli'. Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha intensificato la vigilanza in tutta Italia nei luoghi di culto e sugli obiettivi sensibili riferibili ad Israele e alla religione ebraica. Graff è stato dichiarato dai medici fuori pericolo

  Dopo l'accoltellamento, è stata immediatamente intensificata la vigilanza agli obiettivi sensibili

   Il premier Matteo Renzi:  "affetto e amicizia alla comunità ebraica e profonda vicinanza alla persona che è stata colpita a Milano".

 

Gattegna (Ucei), non ci faremo intimidire - "Noi andremo avanti, senza farci intimidire": così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Renzo Gattegna commenta l'aggressione antisemita avventa ieri sera all'uscita di un ristorante kosher di Milano. L'esponente ebraico chiede anche un rafforzamento delle "misure di sicurezza", nonostante l'impegno già "straordinario" delle forze dell'ordine. "Una decisione inevitabile - spiega Gattegna - alla luce di quanto accaduto ieri".

Grande risalto in Israele - La notizia dell'accoltellamento a Milano di Nathan Graff, un israeliano di 40 anni, ha avuto risalto nei mass media di Israele e ha aperto il primo notiziario della radio militare. Nei siti web ortodossi locali e' forte la preoccupazione che la "intifada dei coltelli" avviata dai palestinesi all'inizio di ottobre possa manifestarsi adesso anche in Europa. Nel frattempo nelle sinagoghe si invita a pregare affinché "Nathan figlio di Haya-Sarah" si ristabilisca delle ferite patite.

Renzi, profonda vicinanza - "Desidero sottolineare tutto il nostro affetto e tutta la nostra amicizia a questa comunità e ribadire il nostro sentimento di profonda vicinanza alla persona che è stata colpita a Milano, sulle cui dinamiche è in corso un'indagine della magistratura e non tocca a me intervenire".

LA VICENDA - Un ebreo ortodosso di 40 anni, che indossava gli abiti tipici, è stato accoltellato in strada a Milano, davanti al ristorante kosher 'Carmel'. Trasferito all'ospedale Niguarda, non sembra sia in gravi condizioni, nonostante le diverse coltellate ricevute alla schiena e al volto. L'episodio è avvenuto alle 20.15. L'israeliano, genero di rav Hetzkia Levi secondo la comunità ebraica, stava tornando a casa da solo quando è stato avvicinato alle spalle da un uomo incappucciato. Un'azione veloce e al momento senza una rivendicazione. Alcuni fendenti alla schiena, poi lo sfregio al volto e infine la fuga. A chiamare i soccorsi è stata una donna che ha assistito alla scena e che potrebbe fornire elementi molto utili agli investigatori della polizia. Altre persone ascoltate sul posto hanno raccontato di aver sentito l'aggressore urlare "ti ammazzo" e lo avrebbero visto togliersi il cappuccio rivelando una capigliatura bionda.

L'uomo ferito, genero di un rabbino di origini afghane in visita a Milano con la figlia, trasferito al Niguarda, ha subito un intervento per ricucire il taglio al volto. L'agguato è avvenuto in via San Gimignano 14, a pochi metri da un ristorante kosher che a pranzo è sempre pieno di ragazzini all'uscita da scuola. E' proprio la location ad aumentare la preoccupazione della comunità, che teme possa trattarsi di un'azione ben studiata e con un chiaro significato politico. "Abbiamo il timore che sia un episodio simile a quelli avvenuti a Parigi, con i 'cani sciolti' che emulano quanto avviene in Medioriente" ha commentato Ruggero Gabbai, consigliere comunale Pd e membro della comunità ebraica.

"La reazione a caldo è difficile, certamente siamo molto spaventati", prosegue a distanza Walker Meghnagi, ex presidente della comunità di Milano. "Un'aggressione così non ce la saremmo mai aspettata, siamo molto scossi tutti. L'agguato deve essere stato organizzato con cura perché è avvenuto a cento metri dal ristorante pizzeria kosher dove vanno a mangiare i ragazzini a pranzo. Comunque abbiamo un dialogo continuo delle forze dell'ordine, ci aiutano con la difesa dei luoghi ebraici. Ma è la politica a dover prendere una posizione chiara. La Mogherini si interessa all'etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie invece di pensare a cose più importanti. Questo porta a irrigidire le posizioni, e a spingere queste persone che vogliono emulare ciò che succede in Israele". "È l'episodio più grave che si sia mai verificato a Milano", ha commentato il co-presidente della Comunità ebraica di Milano, Raffaele Besso. "Dobbiamo costatare che l'appello dell'Isis di colpire gli ebrei ovunque si trovino purtroppo sta facendo proseliti" ha aggiunto la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Sul movente, al momento, non ci sono elementi chiari. La l'aggressione all'esponente della comunità ebraica avvenuta questa sera non ha, al momento, evidenze che possano far pensare ad una matrice antisemita. E' quanto emerge dai primi accertamenti della polizia che ha sentito tutti i testimoni presenti sul posto ricostruendo la dinamica dell'accoltellamento raccogliendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.




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