Svolta nell'inchiesta sull'omicidio
di Maria Luigia Borrelli, la donna di 42 anni, infermiera di
giorno e prostituta di notte, massacrata il 5 settembre 1995, in
vico Indoratori a Genova, nel basso che utilizzava per
prostituirsi. Gli investigatori della squadra mobile e della
guardia di finanza, coordinati dal sostituto procuratore
Patrizia Petruzziello, questa mattina hanno eseguito un decreto
di perquisizione nei confronti di un 60enne genovese, dipendente
di una carrozzeria. All'uomo, che ha problemi di dipendenza dal
gioco d'azzardo e avrebbe contratto molti debiti nel corso della
vita, gli inquirenti sono arrivati grazie a diversi elementi,
compreso il dna lasciato sulla scena del crimine. E' accusato di
omicidio e rapina. Avrebbe ucciso 'Antonella' - così Borrelli si
faceva chiamare nella sua seconda vita - dopo aver consumato un
rapporto sessuale portandole via il portafoglio con l'incasso
della giornata.
Due anni fa c'era stato l'ultimo colpo di scena nel cold case
quando una supertestimone aveva raccontato agli investigatori
che la madre - ex infermiera come Borrelli - le aveva confidato
di aver visto un primario del San Martino, alcuni giorni dopo
l'omicidio, con graffi al volto e al collo. Il medico era morto
nel 2021. Le comparazione del dna - fatta attraverso alcuni
parenti dell'uomo - tuttavia nel luglio di un anno fa aveva dato
esito negativo. Lo stesso esito negativo, in passato, aveva
portato a scagionare una lunga serie di sospettati.
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