"E' chiaro a tutti che i 13-14
miliardi di euro che lo Stato incassa ogni anno da Iva e accise
delle merci che transitano nei porti rappresentano un bottino
allettante per molte regioni, ma sarebbe opportuno ragionare su
un riparto delle risorse evitando di destabilizzare il sistema".
Lo afferma il presidente di Federlogistica Luigi Merlo in una
nota in cui denuncia i rischi dell'autonomia differenziata sui
porti e sulla logistica.
"L'autonomia differenziata solleva interrogativi senza
risposte. Occorre domandarsi: come si concilia l'autonomia con
la più volte annunciata riforma della legge portuale? Chi
garantirà l'omogeneità tra porti, situati in regioni diverse, a
servizio dei medesimi mercati? Chi saprà garantire coerenza tra
i vari piani regolatori portuali? Avremo Presidenti di Autorità
di Sistema Portuale nominati dal Governo e altri dalle Regioni?
È forse il caso di ricordare come l'esperienza dei porti
regionali sia risultata fallimentare rendendo obbligata la
scelta di trasferire molti porti regionali (ultimo in ordine di
tempo quello di Siracusa) sotto la giurisdizione delle Autorità
di Sistema Portuale".
I porti di oggi - conclude Merlo - non sono neppure lontani
parenti di quelli di vent'anni addietro: sono già, e
diventeranno sempre più, luoghi di conoscenza, tecnologia e
sicurezza, votati all'applicazione dell'intelligenza
artificiale, alla cybersicurezza, all'utilizzo dei droni
subacquei a supporto delle attività di monitoraggio anche
nell'ottica delle sfide imposte dal cambiamento climatico. Per
questo occorrono una maggiore attenzione del Governo e la
creazione di nuove strutture basate su modelli di indirizzo e
supporto multidisciplinari. Tutti temi non decentrabili neanche
a quegli "Assessorati del mare" che le Regioni dovrebbero
istituire e che rappresentano comunque uno sviluppo positivo
sulla strada di una maggiore consapevolezza dell'importanza
strategica di questo settore. Ma con l'autonomia differenziata,
potrebbe delinearsi uno scenario devastante".
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