Omicidio volontario e
maltrattamenti in famiglia. Per queste accuse la procura di
Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per Ahmed Mustak, l'uomo
di 44 anni accusato di avere ucciso la moglie e di avere fatto
passare la morte della donna, Sharmin Sultana, di 32 anni, come
un suicidio.
L'uomo, difeso dall'avvocata Vittoria Garbarini, era stato
arrestato a inizio anno. I carabinieri, coordinati dal pubblico
ministero Marcello Maresca, avevano scoperto l'uomo anche grazie
al racconto del figlio più grande e a un suo disegno. Secondo
quanto ricostruito dagli investigatori, Mustak vessava
continuamente la donna che usava i social come Tik Tok e voleva
emanciparsi. La morte era avvenuta a marzo 2023 nel quartiere di
Sestri Ponente a Genova. In un primo momento si era pensato a un
suicidio ma anche i familiari della donna avevano espresso dubbi
sul marito.
Sharmin Sultana era precipitata dalla finestra di casa ed era
caduta in strada in via Emanuele Ferro, poco lontano dallo
stabilimento di Fincantieri dove lavorava il marito. In casa,
quel giorno, oltre ai figli c'era anche l'uomo che ai
carabinieri aveva detto di non avere sentito nulla perché era a
letto e non si sentiva bene.
Secondo quanto raccontato dai figli di 7 e 10 anni, il padre
picchiava spesso la madre perché stava al telefonino e faceva
video sui social. "Papà si è arrabbiato e ha sbattuto la testa
della mamma a terra" una delle loro drammatiche testimonianze.
Sharmin, hanno ricostruito gli investigatori, aveva anche deciso
di cercare un lavoro ma il marito non era d'accordo.
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