"Oggi e domani il porto è fermo, i
varchi sono chiusi e non si muove nulla, l'adesione è
praticamente totale". A dirlo è Fabio Ferretti, di Filt Cgil
Genova, che assieme ai rappresentanti di Fit Cisl e
Uiltrasporti, presidia il varco di Ponte Etiopia, bloccato da un
grande striscione rosso con scritto Portuali Genova. Uno
sciopero di 48 ore, indetto a livello nazionale, che è legato al
rinnovo del contratto nazionale di categoria. "Questo sciopero è
importante - spiega - e si è reso necessario, perché le
controparti non sono ancora riuscite a soddisfare le attese dei
lavoratori. Manca una reale proposta economica che vada a
riprendere il potere di acquisto che i lavoratori hanno perso a
causa dell'inflazione. ma il contratto è importante anche per la
sicurezza e la dignità nei posti di lavoro". Le proposte
arrivate nei giorni scorsi, però, sono ancora abbastanza lontane
da quello che i lavoratori ritengono un obiettivo minimo per
proseguire la trattativa.
"I lavoratori non hanno accettato di buon grado l'ennesima
proposta - spiega Stefano Degli Innocenti di Uiltrasporti - che
sui minimi tabellari è ritenuta inconsistente. Un'offerta non
apprezzabile soprattutto pensando a quello che è stato il lavoro
dei portuali sia durante la pandemia che per i record che i
lavoratori hanno fatto fare alle aziende del porto". Tra i punti
irrinunciabili del contratto anche quelli legati alla sicurezza
dei lavoratori. "Nelle richieste che abbiamo formulato c'è la
riforma degli accordi rispetto agli Rsl di sito e agli Rls
aziendali che devono avere più ore per la formazione -
sottolinea Massimo Rossi di Fit Cisl Liguria - e più libertà di
monitorare all'interno dei vari terminal per fare prevenzione. E
questo è uno dei punti fondamentali visto gli incidenti che ci
sono stati nei porti".
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